Pietro Mennea non è stato un campione ineguagliato nella sua lunga carriera, ancora oggi è detentore del primato europeo nei 200 metri piani (dopo essere stato primatista mondiale fino al 1996), del primato mondiale nei 150 metri su pista non rettilinea (lo stesso Usain Bolt è riuscito a fare meglio solo su pista rettilinea) e, fino al 2018, di quello italiano nei cento metri. Soprannominato la “Freccia del Sud“, prima ancora che un grande primatista Mennea è stato uno sportivo capace di emozionare gli italiani come pochi altri. Il suo limite tecnico erano le partenze lente dai blocchi, che ingannavano gli avversari e li illudevano di poter vincere. Dopo lo sprint iniziale però raggiungeva velocità di punta superiori a quelle di qualsiasi altro antagonista, che lo rendevano protagonista di rimonte sensazionali come quella nella finale dei Giochi Olimpici di Mosca in cui recuperò il britannico Allan Wells e lo superò nel rettilineo battendolo per 2 centesimi di secondo. 20″19 il suo tempo in quella gara, anche se il record mondiale lo aveva già conquistato un anno prima alle Universiadi di Città del Messico con 19″72. Il 21 marzo 2013 la sua morte improvvisa a 60 anni per un tumore al pancreas.

Mennea era Nato a Barletta nel 1952, in 20 anni di carriera agonistica ha indossato 52 volte la maglia azzurra e cambiato sette società, tra cui anche l’Aeronautica Militare. La prima competizione con la Nazionale maggiore avvenne a 19 anni, nel 1971 agli Europei di Helsinki, dove vinse il bronzo nella staffetta 4×100. L’anno dopo il debutto alle Olimpiadi, vincendo il bronzo nei 200 metri in Baviera. Quindi i Giochi di Montréal nel 1976, di Mosca nel 1980, di Los Angeles nel 1984 e di Seul nel 1988. “Un ragazzo del Sud senza pista oggi è riuscito a fare il record del mondo”, disse dopo i 19″72 nei 200 metri alle Universiadi di Città del Messico il 12 settembre 1979.

Dopo la vittoria di Mosca, nel 1981 si ritirò per dedicarsi all’altra sua grande passione, lo studio, grazie a cui si laureerà quattro volte. Nel 1982 corse solo la staffetta 4×400 agli Europei di Atene. Nel 1983 i Campionati mondiali Iaaf a Helsinki dove fece suoi il bronzo nei 200 metri e l’argento nella staffetta 4×100. Quindi la delusione di Los Angeles, dove partecipò a tre gare senza vincere nemmeno una medaglia, infine l’epilogo di Seul dove si ritirò dopo avere superato il primo turno delle batterie.

Lasciata l’atletica iniziò a lavorare come avvocato a Roma, quindi l’approdo in politica con l’elezione a parlamentare europeo nel 1999. Il giorno della sua morte le Ferrovie dello Stato gli dedicarono il primo esemplare del treno ad alta velocità Frecciarossa 1000, l’omaggio migliore per lo sportivo che era soprannominato appunto la “Freccia del Sud”.

Simone Tripodi

Il Direttore responsabile Simone Tripodi – Foto Imagoeconomica

Il Direttore Simone Tripodi

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