La ventinovesima offre sfide interessanti, alcune sulla carta scontate, ma stiamo ormai entrando nella fase più calda della stagione e di scontato non c’è più nulla; chi sta dietro moltiplica le forze per salvarsi, mentre molte delle prime non hanno solo il campionato con cui cimentarsi e la fatica (insieme ad una certa “sufficienza”) può giocare brutti scherzi.

Scudetto, Europa e retrocessione vedono cambiare i fattori da una settimana all’altra, chi oggi è favorito, o pare risollevarsi, sette giorni dopo smentisce tutti e tutto, per cui siamo veramente in mezzo all’incertezza non solo del domani, ma persino dell’oggi.

Salernitana-Sassuolo è l’occasione per i granata di mantenere viva la speranza, mentre i neroverdi vogliono continuare ad inseguire l’Europa, confermando quanto scritto prima, negli intrecci che caratterizzano la giornata. Alla fine, il 2-2 serve poco o nulla, in attesa delle altre sfide che possano mantenere inalterate le speranze, per quanto ridotte.

Spezia-Cagliari è invece sfida da punti doppi, visto che entrambe sono in acque agitate ed il baratro è vicinissimo.
Lo Spezia mette a frutto il fattore campo e porta a casa tre punti che valgono molto di più, non solo a livello meramente di classifica, mentre i sardi dopo la grande rincorsa di inizio anno, paiono avere svoltato nuovamente in negativo.

Svolta, al contrario, imboccata viceversa da una Juventus che un passo dopo l’altro non ha più solo il quarto posto nel mirino, ma si ritrova sui passi di disturbare il cammino delle prime tre. La Sampdoria non è l’avversario peggiore che ci si possa ritrovare tra i piedi, ma anche i ciclisti sono messi non troppo bene in classifica e l’averli sconfitti è un altro passo della banda-Allegri; che poi la Juve non spadroneggi nel gioco è argomento buono per gli scrivani, i sarriani e gli esteti del bel gioco, spesso però buono per …. perdere!

Altra formazione poco portata al gioco spumeggiante è il Milan, che batte con il minimo scarto un buon Empoli, confermando il primo posto e mantenendo quantomeno le distanze da tutte le inseguitrici. Pioli non deve fare i conti solo con le avversarie e gli infortunati, ma pure con chi critica lui ed i suoi, sottolineando che i rossoneri non sono i migliori, dimenticando la loro classifica e cosa sono state le ultime stagioni, anche sotto l’aspetto finanziario e delle “perdite” per scadenza di contratto.

Domenica che inizia con Fiorentina-Bologna, derby dell’Appennino buono per continuare ad inseguire un sogno, come per migliorare una situazione tranquilla e nulla più. Quella di Firenze è la partita dei pali, ma il Bologna rimane in dieci a fine primo tempo e, seppur con fatica, i viola riescono a prevalere con merito, continuando un cammino che la cessione di Vlahovic non ha cambiato di un centimetro.

Verona-Napoli inizia con striscioni inqualificabili, ancor prima che in campo, dimostrando come la madre degli imbecilli è sempre incinta, anche quando la gente muore sotto le bombe, ma nulla scuote chi al posto del cervello ha una biglia di ferro …. bene che vada! Allo stadio sono i cori ad attaccare il Napoli, proseguendo sul copione dell’odio, ma non bastano perché il Verona superi la formazione di Spalletti, anzi, gli azzurri si prendono i tre punti e rispondono al Milan, restando in scia ai rossoneri e dando la migliore delle indicazioni dopo la sconfitta casalinga proprio contro la formazione di Pioli.

Sul far di serata Atalanta e Roma devono rispondere alla Juve se vogliono mantenersi in corsa Champions, difficile che Udinese e Genoa siano d’accordo, ma non bisogna guardare in faccia a nessuno per sognare.
La Roma in realtà fa fatica e finisce pure sotto, poi rimedia, ma solo fino ad un certo punto, perché l’1-1 finale le rende un punto, nulla più.
Non va meglio alla Dea, che in questo periodo ha più di una difficoltà ad andare a rete e fortuna che il Genoa “blessiniano” ha il pareggio nel DNA e, chissà, pure la retrocessione come unica prospettiva.

Poi c’è l’Inter, che a Torino deve vincere, o meglio, dovrebbe, peccato che il Toro non sia della medesima idea e fa prendere ai nerazzurri un bello spavento. L’1-1 finale ci sta per quanto visto in campo, non fosse che ancora una volta ci si mettono di mezzo arbitro e, soprattutto ancora una volta, il “famigerato” VAR, nuovamente addormentato quando ai granata viene negato un rigore che, se vivessimo un momento diverso, sarebbe da intervento parlamentare.
Certo il Toro starà nuovamente zitto e muto, ma già solo nelle ultime due partite gli sono stati negati altrettanti rigori incredibili e adesso l’AIA chiederà scusa al Torino come al Milan? Impossibile vero?

A chiusura del turno la sfida Lazio-Venezia può valere parecchio, con i biancazzurri che oltre a voler rendere omaggio a Pino Wilson, potrebbero trovarsi da soli al quinto posto ed il Venezia che cerca di risollevare classifica e morale. La Lazio ovviamente spinge di più, ma ci vuole un rigore per sbloccare la partita e portarsi a casa tre punti alla vigilia di un derby al calor bianco. Il Venezia resta nelle pastoie del terzultimo posto, roba alquanto bruttina e non certo addolcita dai risultati delle concorrenti.

Alla fine la ventinovesima qualche risposta la fornisce, non tutte quelle attese magari, e neppure dipanando le tante matasse ancora parecchio ingarbugliate; ciò che non cambia, anzi peggiora, sono certe scene disgustose ed il comportamento di arbitri e VAR.
Indubbiamente non c’è confronto tra striscioni e cori ed errori delle ex giacchette nere, però è ora di cambiare su tutti i fronti, perché anche episodi come quello di Torino devono smettere di esistere, alla faccia del “a fine stagione tutto si pareggia” …. Anche se per darti un rigore a favore cosa deve ancora succedere? Magari mettersi una maglia diversa?

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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