Piazza Affari ha chiuso l’ultimo giorno della settimana in salita dello 0,8%, pur rallentando rispetto ai massimi di giornata dopo l’anticipazione del discorso di Mario Draghi al fondo monetario: “I venti contrari globali – si legge – continuano a pesare sulla crescita dell’area euro”. Milano fa comunque meglio di Francoforte, +0,5%, e di Parigi e di Londra, anche oggi piatta.

Il pomeriggio è stato acceso dalle trimestrali sopra le attese delle banche americane JpMorgan e Wells Fargo. Wall Street ha subito reagito, +0,8% il Dow Jones, +0,2% il Nasdaq. Il cambio di rotta era avvenuto in mattinata, dopo i dati sulla produzione industriale nell’Eurozona: negativi (-0,2% a febbraio rispetto a gennaio, -0,3% rispetto a un anno prima) ma non quanto si aspettassero gli analisti. Anche a Milano trainano le banche: guadagni sopra il 4% per Unicredit e Banco Bpm. Ubi, +3,3%, è stata a lungo la migliore dopo che all’assemblea i vertici non hanno escluso aggregazioni con altri istituti e hanno detto di attendersi per il 2019 risultati migliori del 2018.

Corre anche l’automotive: Fiat Chrysler +3%, l’amministratore delegato Mike Manley si è detto fiducioso di raggiungere gli obiettivi del 2019. Male invece le utilities e Telecom Italia. Spread in discesa, a 248 punti base, soprattutto per la risalita del Bund tedesco. Il rendimento del decennale italiano è del 2,54%, un punto base in più di giovedì.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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