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Dopo alcune indecisioni i listini di Milano chiudono in lieve calo (-0,12%). Tra gli altri mercati principali oggi scende anche quello di Madrid (-0,47%), ma sono state positive Francoforte (+0,68%) e e Parigi (+0,75%), grazie al buon andamento oggi del settore industriale e auto. Sulla borsa tedesca bene anche Sap, +4,23%, dopo la pubblicazione dei conti trimestrali. Ad appesantire Piazza Affari è stato soprattutto il calo delle banche (-2,2% per Unicredit e Banco Bpm) e dei petroliferi (Saipem -2,23%, Eni -1,27%). Oggi ci sono state oscillazioni del prezzo del petrolio: il Brent del Mare del nord, in particolare, è tornato sotto gli 83 dollari al barile, per poi tornare poco al di sopra.

C’era molta curiosità per il dato sull’inflazione negli Stati Uniti. A settembre è stata pari al +5,4%. Un decimo in più di agosto e in linea con le attese. Ma si tratta del dato più alto dal 1991. Un dato che rende più probabile l’inizio a novembre del graduale ritiro da parte della Fed, la banca centrale statunitense, degli acquisti di titoli del programma anti-pandemia. L’effetto inflazione condiziona al ribasso gli indici di Wall Street (Dow Jones -0,29%), anche se il Nasdaq dei titoli tecnologici è positivo (+0,39%). Sono inoltre arrivate le prime trimestrali della stagione, come sempre da alcune grandi banche americane. Gli utili sono stati maggiori delle attese sia per JP Morgan (-1,98%) che per Blackrock (+4,16%).

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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