In marcia da Perugia ad Assisi per gridare, oggi più che mai, che la via delle armi non è l’unica che può condurre alla fine della guerra in Ucraina.

E’ cominciata con un minuto di silenzio per tutte le vittime delle guerre la manifestazione che prende il via in questi minuti dai giardini del Frontone, nel capoluogo umbro, e ha come punto di arrivo la piazza inferiore della Basilica di San Francesco ad Assisi.

Centinaia le persone presenti, in una giornata dal meteo incerto, con bandiere della pace, ma non di partiti politici. “Fermatevi! La guerra è una follia”, il titolo di questa edizione, alla quale hanno aderito associazioni legate al volontariato, istituzioni, realtà private e pubbliche, oltre 300 città, sindacati. Tra gli altri, Fnsi, Ordine dei giornalisti, Usigrai, Articolo 21.

Non dobbiamo rompere i ponti con nessuno – ha detto Flavio Lotti, il coordinatore del comitato organizzatore, nel suo intervento di questa mattina -, dobbiamo lavorare anche durante la guerra per costruire la pace. Non ci sono nemici, non abbiamo nemici, l’unico nemico è la guerra e tutti quelli che la alimentano, anche con la vendita delle armi. Oggi siamo qui a dire che c’è un altro modo di aiutare il popolo ucraino ed è quello di togliere la parola alle armi e darla alla politica. Non chiamateci nobili, anime belle, noi siamo qui per riprendere e rilanciare il grido di dolore di tutte le vittime delle guerre, in tutte le parti del mondo, che continuiamo a non voler vedere, che continuiamo colpevolmente ad ignorare. Abbiano il dovere di fermarle, per questo siamo qui“.

“Chi chiede pace – ha proseguito Lotti- “non sono i pacifisti ma le vittime della guerra, noi siamo il loro megafono. La marcia sarà la prima risposta concreta che daremo al papa quando ci invita a chiedere a gran voce dai balconi e dalle strade pace. Lo faremo in una maniera seria, non con gli slogan o lo sventolare delle bandiere ma con lo sforzo e l’impegno di chi è angosciato per quegli ucraini, fra donne, uomini, bambini, malati, anziani che non sono potuti scappare da sotto le bombe”.

Il messaggio di Lotti arriva all’indomani delle polemiche suscitate dal manifesto creato in occasione dell’iniziativa, nel quale vi è una madre con in braccio un bimbo e vi sono due proiettili (uno bianco e uno nero) che si incrociano, con la dicitura ‘Fermatevi’.

“Non ci sono nemici, non abbiamo nemici, l’unico nemico è la guerra e tutti quelli che la alimentano, anche con la vendita delle armi. Oggi siamo qui a dire che c’è un altro modo di aiutare il popolo ucraino ed è quello di togliere la parola alle armi e darla alla politica”

“Abbiamo bisogno di cercare di fermare la guerra e non di fare polemiche” la risposta di Lotti. “Le polemiche sono solo la coda di una campagna di denigrazione e di attacchi che vengono condotti ormai da due mesi a tutti coloro che pronunciano parola pace”.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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