Per il capo della polizia Alessandro Pansa in questa stagione la situazione negli impianti dedicati al calcio sta peggiorando.

Secondo i vertici del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, in questo segmento di stagione, ci sono stati non solo più feriti e arresti, ma anche un sensibile peggioramento del clima sulle tribune e, come accaduto nel prepartita Siena-Cesena, anche lontano dagli stadi. Una situazione difficile, che il numero uno dello sport italiano Giovanni Malagò propone di risolvere anche con l’introduzione delle celle negli stadi come in Inghilterra. C’è stato un notevole miglioramento dal 2007 ad oggi, ma i dati rilevati in questo campionato indicano segnali negativi. Un avviso d’allarme che ci deve spingere a mantenere la massima attenzione sul fenomeno.

Il capo della polizia, facendo il punto della situazione, vuole capire se c’è un inasprimento del livello di violenza o si tratta di una parentesi che può essere gestita con gli attuali strumenti normativi. Entrando nel merito, nella prima parte di questa stagione gli incontri di calcio con feriti sono stati 49, contro i 39 dello stesso periodo della stagione scorsa. Aumentati sia i feriti tra le forze dell’ordine, 64 contro 43, che tra i civili, 56 contro 37 e tra gli steward, 15 contro 7.

Gli arrestati sono stati 84, uno in piu’ rispetto alla stagione 2012/2013, ed i denunciati 593 contro i 321 dell’anno precedente. Numeri preoccupanti che impongono una riflessione. Il prefetto Pansa ha anche ribadito che per una efficace opera di prevenzione, serve la conoscenza e l’analisi del fenomeno. Lo stadio non deve essere un luogo di violenza ma uno spazio nel quale la tifoseria sana contamina positivamente chi varca i cancelli con idee diverse. Contro la violenza negli stadi urge una risposta forte e nuove misure. Di questo ne è convinto anche il presidente del Coni Malagò il quale pensa che la tessera del tifoso abbia fatto il suo tempo. Occorre rivisitare completamente i rapporti tra calcio e tifosi, servono stadi nuovi e regole nuove.

Le forze dell’ordine devono essere in condizione di agire nell’immediato, dentro l’impianto stesso, come già avviene in Inghilterra. Con le nuove strutture attraverso un sistema avanzato di controllo tecnologico, si possono identificare gli autori di atti violenti, che vengono poi trasferiti in un luogo all’interno dello stadio dove vengono trattenuti in attesa del processo per direttissima, che si deve celebrare entro 48 ore dall’accaduto. E, in caso di conferma delle accuse, scatta la condanna per due anni, l’automatico divieto di accesso agli impianti e, in alcuni casi più gravi, anche la perdita del posto di lavoro.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Valerio Casadei

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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