Non proviamoci neppure, al massimo limitiamoci ad inoltrare un messaggio al 113, al 117 o al 118 e già questo eventuale “AIUTO” ci comporterà una serie di problemi tra cui anche la eventuale testimonianza in Tribunale a nostre spese o diverse chiamate per il rilascio di dichiarazioni in merito a quanto accaduto!

 
Oggi torna alla ribalta il “caso” di MASSIMO ZEN, in attesa dell’arrivo dei Carabinieri, per essere “accompagnato” in GALERA, in quanto il 22 aprile 2017, uccise un “giostraio” specialista nello svuotamento dei BANCOMAT che con i suoi complici stava fuggendo inseguito dalla Polizia.
 
Essendo una “Guardia Giurata” e avendo pertanto un’arma, strumento base del Suo lavoro, resosi conto dell’accadutomise l’auto di traverso, quale simbolica barriera stradale, anche per evitare che essendo inseguiti potessero provocare incidenti mortali tra i passanti o agli incroci. Vistosi in pericolo, in quanto l’auto dei malviventi puntava dritta verso di LUI  – che si era messo in gioco –  aprì il fuoco e suo malgrado uccise il rapinatore.
 
In prima istanza ricevette elogi non solo dall’Azienda in cui lavorava ma anche dalla classe politica per il suo encomiabile coraggio.
 
Non appena il fatto è “caduto”, come era prevedibile e giusto, nelle mani della GIUSTIZIA, tutto è cambiato e Massimo ZEN è diventato “UN DELINQUENTE” e condannato!
 
Nonostante la Procura Generale avesse chiesto l’annullamento della condanna la CASSAZIONE ha convalidato la pena a NOVE ANNI e SEI MESI di carcere per “omicidio volontario”.
 
(Ricordo che in questi giorni alla BELVA UMANA – Alessandro – che ha trucidato la sua compagna e il nascituro che portava in grembo gli è stato imputato l’omicidio volontario!) 
 
Alla domanda se lo rifarebbe la risposta è stata immediata: 
“No, considerando le LEGGI che ci sono in Italia, oggi mi girerei dall’altra parte!”
 
Possiamo forse dargli torto? Come possiamo renderci disponibili e collaborare?
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Repertorio
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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