PER L’AFRICA E’ DIVERSO?
Per l’Africa, i contagi da coronavirus, sono pochi, e non si sa bene perchè.
Ad aumentare i dubbi, in questi ultimi giorni, si è aggiunta la storia che gli extracomunitari sarebbero immuni all’epidemia, grazie al vaccino contro la Tubercolosi.
Le smentite mediche sulla correlazione tra extracomunitari e Coronavirus, ci dicono che il vaccino per la tubercolosi non ha nulla a che vedere con il Coronavirus, anche perche’ la TBC risulta legata a un battere, e non a un virus.
Detto ciò, c’è da dire, e non voglio essere autoreferenziale, io che ho soggiornato in Mozambico per due anni, nel lontano 1979, in piena guerra civile, già a quei tempi, la polmonite tubercolare era ben altra cosa.
Inoltre, aggiungo, che non va sottovalutato per il coronavirus, che l’incidenza sotto i 20 anni sia praticamente pari a zero, a prescindere dai discorsi riguardanti l’etnia di riferimento.
Mentre il Paese è sempre più in ginocchio per le pesanti ripercussioni sanitarie, ed economiche, seguite alla diffusione del virus, un nuovo accorato appello arriva, e questo è veramente importante, dalla senatrice di Più Europa, Emma Bonino, allarmata dalle eventuali conseguenze che potrebbero esservi per gli extracomunitari ospitati presso centri di accoglienza, o centri di permanenza e rimpatrio, nonchè per il personale impiegato all’interno di queste strutture.
Posso dire?
La pandemia alza muri che sembravano anacronistici, e ne abbatte altri che ormai parevano indistruttibili.
L’Unione europea ha cancellato Schengen in ventiquattro-ore, e ripristinato i confini tra gli Stati membri, certificando che di fatto non si è mai costituita politicamente.
Ha anche alzato le frontiere esterne, e impedito a chiunque l’accesso, dimostrando che l’immigrazione dall’Africa si può fermare, e che i diritti umanitari non sono assoluti, ma variano a seconda di interessi e contingenze.
I muri sono crollati, e mi si perdoni, ma in questo momento mi sembrano più appartenere al pensiero progressista che ambiva a essere unico, ma si sta fracassando contro la realtà: l’Unione Europea non mi sembra buona in questo momento, l’austerità una moda, gli immigrati non sono più risorse, ma stanno diventando persone di serie B, e per integrarli non basta più la nostra volontà.
In tutto questo “baillame”, sarò spietata e pratica, ma dico, invece di assistere al derby tra virologi o virologhe, non sarebbe auspicabile nominarne uno, bravo, autorevole, che parli per conto del governo?
Perchè, se anche la scienza, in tempi di paura da coronavirus, diventa polifonica, per questo nostro Paese, a cui vogliamo un bene dell’anima, nonostante tutto, sarà il caos.
Serve coraggio per farlo? Certo.
Ma senza coraggio non si va da nessuna parte, ora, la priorità è trovare un vaccino che ci salvi tutti, invece di discutere, io, li metterei tutti in quarantena, attorno a un tavolo, a studiare e sono certa che qualcosa di buono ne uscirebbe.
Non me ne vogliate.
Concludo dicendo che per il talk e per le vanità, di politici e scienziati, ci sarà tempo, una volta sconfitto il coronavirus!
A cura di Sandra Vezzani editorialista – Fotolia