La pentecoste di Gesù

Nell’antico testamento vi era un periodo dell’anno dedicato alla “festa della mietitura e delle primizie”, detta anche “festa delle settimane” o per meglio indicare una festa dedicata all’inizio del raccolto: la Pentecoste.

Secondo indicazioni apostoliche la festività dura circa una settimana, mentre per le tradizioni ebraiche (diaspora) dura due giorni; in ogni caso la Pentecoste viene celebrata dalla Chiesa cattolica ma anche dalla Chiesa ortodossa e dalle Chiese protestanti.
Si tratta di una festività commemorata dai cristiani in cui viene celebrata l’effusione dello Spirito Santo, di Gesù e la nascita della Chiesa; è una festa mobile perchè dipende da quando viene festeggiata la Pasqua, in ogni caso viene istituita al cinquantesimo giorno a partire dal giorno di Pasqua.

Pentecoste è anche l’antico nome greco della festività ebraica di “Shavuot” e rappresenta il ringraziamento.
Nell’ebraismo è una delle tre festività dette “Shalosh regalim”, le quali indicavano tre pellegrinaggi a Gerusalemme.
Viene celebrata sette settimane dopo la Pasqua ebraica, cominciando a contare dal secondo giorno di Pasqua (il 16 di Nisan) e indica la rivelazione di Dio sul Monte Sinai donando al popolo ebraico la Torah.

Le sette settimane indicano il periodo dell’Omer, un periodo di lutto per ricordare le disgrazie accadute al popolo israelitico che termina con la festa di “Lag Ba Omer”. Il popolo ebreo e quello cristiano nonostante considerino sacri i loro libri (Tanakh e Antico Testamento) con il passare del tempo diedero due interpretazioni diverse alla stessa festività. Il colore utilizzato per la Pentecoste è il rosso, simbolo dell’amore dello Spirito Santo o delle lingue di fuoco.

Secondo la tradizione Ebraica venivano offerte due forme di pane lievitato, fatto con due decimi di efa o farina prodotta con il grano nuovo, una forma di pane veniva data al Sommo Sacerdote, l’altra veniva divisa tra i Sacerdoti che lo mangiavano all’interno dei recinti sacri.
Venivano offerti e sacrificati anche agnelli, capre, vitelli e arieti per simboleggiare la pace e l’espiazione di peccati.

Secondo la tradizione Cristiana il giorno di Pentecoste mentre i discepoli di Gesù erano raccolti, sentirono un forte rumore accompagnato da un vento impetuoso all’interno della casa in cui erano, dopodichè videro lingue di fuoco che si separavano e si posarono su tutti i presenti, essi furono riempiti di Spirito Santo e si misero a parlare in altre lingue. I doni dello Spirito Santo secondo il Cattolicesimo sono: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio.

Non ci sono prove della veridicità dell’evento ma sembrerebbe che alla base ci fosse una sorta di estasi mistica collettiva che si verificò tra i discepoli di Gesù riuniti a Gerusalemme. Il simbolismo legato al vento impetuoso sta ad indicare la potenza di Dio, mentre la possibilità degli apostoli di predicare in altre lingue indica che il messaggio di Gesù è destinato ad una collettività universale.

Nel medioevo la Pentecoste era una festa gioiosa, ancora legata alle celebrazioni pagane della Primavera e al culto degli alberi (si voglia ricordare che la maggior parte delle festività cristiane sono di origine pagana) o alle feste di maggio.
In molte località europee, ancora oggi, viene scelta la più bella fanciulla del paese, vestita con foglie di betulla o acero, viene portata in giro per il villaggio. Diversamente viene presa una betulla, viene vestita da donna e portata di casa in casa.
In Italia anticamente era usanza spargere petali rosa e batuffoli di cotone fiammeggianti per ricordare la discesa dello Spirito Santo, tradizioni ancora conservate in alcune località italiane.

Tra altre tradizioni si ricorda ad Orvieto il Palio dell’Oca e la Palombella, dove su un filo d’acciaio teso tra la Chiesa di San Francesco e la porta della Cattedrale di Orvieto scende una colombina che raffigura lo Spirito Santo, dopodichè vengono accesi piccoli razzi che rappresentano le fiammelle dello Spirito Santo. Secondo la discesa della colomba la gente del luogo pronostica l’anno che verrà.

A Napoli e in Alto Adige si svolgono spesso processioni accompagnate da musica e dall’accensioni di fuochi per simboleggiare lo Spirito Santo.
In Francia era usanza suonare le trombe per ricordare il suono del potente vento che accompagnò la discesa dello Spirito Santo.
In Inghilterra invece si intratteneva il popolo con le corse di cavalli, nella Chiesa d’Oriente era usanza la genuflessione accompagnata da salmi mentre in Russia, durante la festa, si portano tuttora in mano fiori e rami verdi.

A cura di Barbara Comelato – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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