“Forse è tempo di cambiare vita…”, ha scritto Federica Pellegrini dopo la finale di nuoto dei Giochi di Rio. Le speranze e i sogni per questa Olimpiade erano tutti concentrati sul riscatto del flop di Londra e l’azzurra mirava a chiudere sul podio una carriera durata dodici anni.

Ma il sogno si è infranto e nei 200 stile libero la Pellegrini è arrivata al quarto posto: in cima al podio è salita l’americana Katie Ledecky, oro 1’53”73, davanti alla svedese Sarah Sjostrom, argento in 1’54”08. Il bronzo, a cui mirava l’azzurra, è andato all’australiana Emma McKeon (1’54”92). Per Federica, il quarto crono di 1′ 55”18, lascia un grande amaro in bocca.

Certo, sono passati ben dodici anni da quando la Pellegrini, ad Atene, aveva conquistato l’argento olimpico a soli sedici anni, e ne sono passati 8 dalla vittoria di Pechino, dove Federica aveva vinto la medaglia d’oro con record del mondo: ai Giochi di quest’anno invece, l’azzurra purtroppo non era “sul pezzo”. Staccata dal treno delle prime, ai 100 era ottava, risalita al quinto posto ai 150 metri le gambe l’hanno abbandonata, rendendo impossibile l’attacco finale. “Mi sembra di essere in un piccolo incubo. In acqua ho avuto sensazioni talmente tanto strane che non aver preso la medaglia è onestamente il mio ultimo pensiero – ha detto appena uscita dall’acqua -. Negli ultimi 50 metri sono ‘morta’: non ne avevo più”.

Ma siamo esseri umani, ed esistono anche momenti come questo; di certo, la stima e l’ammirazione per questa grande atleta rimangono immutate.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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