Italian Filippo Ganna pictured in action during the men elite individual time trial (31.7km) at the UCI Road World Cycling Championships, Friday 25 September 2020, in Imola, Italy. BELGA PHOTO ERIC LALMAND (Photo by ERIC LALMAND/BELGA MAG/AFP via Getty Images)

C’è sempre una prima volta nella vita e medesima cosa vale per lo sport, così anche nel ciclismo, nella cronometro individuale, è capitato di registrare la vittoria di un italiano, finalmente, di vedere un nostro portacolori vestire la bellissima maglia iridata.

A dire il vero, Filippo Ganna, di maglie con l’iride è un habitue, essendo quattro volte mondiale nell’inseguimento individuale su pista; un conto però è vincere percorrendo cinque chilometri in un velodromo, altra, ben altra, quella di battere l’elite mondiale dei pedali su di un tracciato stradale di poco più di trenta chilometri.

Non bastasse questo, a dare ancora maggior lustro all’impresa del piemontese c’è l’elenco di chi Filippo ha preceduto: Van Aert e Kung, finiti sul podio, poi Thomas, il campione uscente Dennis e via discorrendo, con nomi come Campenaerts e Dumoulin, ben più distanti.

Un miracolo? No, perchè Ganna è un grande campione, sempre più maturo ed assuefatto al ruolo di cui è ben conscio, perchè non ci stufiamo di ripeterlo, la stoffa c’è, così come la consapevolezza dei propri mezzi (da non confondersi con presunzione), la capacità di soffrire, la voglia di arrivare sacrificandosi, come solo un campione sa fare.
Alla fine della prossima settimana parte il Giro d’Italia, dalla Sicilia e proprio con una cronometro, quella che nelle speranze di tutti potrebbe vedere proprio Ganna vestire la maglia rosa inaugurale, cosa che lo ripagherebbe di una carriera sin qui soprattutto sviluppatasi sulla pista, ma che in molti gli pronosticano altrettanto splendida anche su strada.

E’ sempre più diffusa nel ciclismo la capacità di cambiare specialità, passando dalla pista o dal ciclocross alla strada, vincenti qualunque sia il cimento, magari c’è chi nasce con un dono, certamente perchè le gambe saranno quelle che spingono sui pedali e lo fanno nel fango, su un anello o sull’asfalto, ma c’è una testa speciale a comandare gambe, cuore, muscoli, un cervello capace di far diventare campione un ciclista, come nelle favole più belle, quelle che diventano spesso realtà.

Il Direttore responsabile Mauriizo Vigliani – Foto Ita sport

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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