Roberto Burioni, uno dei virologi che hanno seguito la pandemia in prima persona, ha annunciato sui social una buona notizia. “Seppure in quantità variabili, i pazienti guariti da coronavirus producono anticorpi contro il virus. Questo è bene perché rende affidabile la diagnosi sierologica e, se gli anticorpi fossero proteggenti, promette bene per l’immunità“.

Pazienti guariti sviluppano anticorpi
Uno studio di Nature e basato su 285 pazienti guariti dal coronavirus ha rivelato che il 100% di questi ultimi ha sviluppato anticorpi IgG contro Sars-CoV-2 “entro 19 giorni dall’inizio dei sintomi clinici”. Gli autori dello studio, inoltre, segnalano “risposte anticorpali acute a Sars-CoV-2 in 285 pazienti con Covid-19” su un totale 285 arruolati. “Entro 19 giorni dall’esordio dei sintomi – quindi -, il 100% dei pazienti è risultato positivo all’immunoglobulina G (IgG) antivirale”.

“La sieroconversione per IgG e IgM – aggiungono ancora i ricercatori – si è verificata contemporaneamente o in sequenza”. Inotlre, sia IgG sia IgM “hanno raggiunto il plateau entro 6 giorni dalla sieroconversione”. Secondo gli autori, dunque, si può dedurre che “i test sierologici possono essere utili per la diagnosi di pazienti sospetti” di coronavirus “con risultati Rt-Pcr (tamponi, ndr) negativi e per l’identificazione di infezioni asintomatiche”.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Fotolia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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