Sono solito guardare le mie colline romagnole quando bevo il vino che veritas, per non dubitare dei miei sacri Apostoli di cultura. Sono sbucato dottore tra la Toscana, il Lazio e l’Emilia dopo avere quasi strapazzato la tesi di filosofia e lettere animate dal “Dante” tra purgatorio e Paradiso con il remo di Caronte, come fosse un viaggio dolce. Ma negli abissi degli studi ho sempre pensato anche a Leonardo Da Vinci tra un immenso verde sfrangiato di profili quasi familiari, ai tempi d’infanzia, dove ci si arrampicava tra gli ulivi ad osservar le prime rondini di primavera e ci si nascondeva tra i filari di una rossa.

Ebbene sì, tutto questo mi è tornato in mente, mentre viaggiavamo, verso Montespertoli a poca distanza da piazza della Signoria di Firenze, per raggiungere l'”Antica Fattoria di PATERNO”, gestita e vissuta con un’anima gentile, una passione dominata da un impulso travolgente di gioia, dalla nobilissima famiglia Picchi.

Una fattoria tra camelie, violette celesti fino a confondersi con il cielo e le viti del buon mosto dentro antiche botti, appaiono nella loro simmetria come pettinature su spose innamorate pronte alla cerimonia, al dire di SI’ per sempre amore! Poi i quadri su tele immense dipinte a olio, come fossili, di un tempo andato, appesi nelle stanze sobrie, tenui, eleganti, sontuose. E attraverso le grandi vetrate il sole entra con la sua potenza a rendere il grande casolare tutto arancione e con un sottile strato di fregi d’oro, come il grano durante la mietitura. Non mancano le sontuose ocre gialle e le argille quasi vive che per quanto lisce sembrano vestite di un tessuto di seta fabbricato a Prato.

PATERNO apre gli occhi, ma non solo, anche il respiro e salgono lievi i brividi per tanto incanto e mi immagino la sboccatura dell’olio tra un paradisiaco prato inglese al fianco della chiesetta consacrata, dove persino Mozart verrebbe a sposarsi tra una dolce nota e l’altra; e perchè no, Roberto Benigni con Nicoletta Braschi, amica di scuola.
A PATERNO vive un sentimento caldo e non è vietato sognare come spiega in modo compatto e con stile borghese la signora Carla Vanni Picchi.

Mio marito si è sempre dedicato al fashion, ai tessuti industriali. Io, invece, avevo in mente di rendere questa fattoria dove sono nati e stati battezzati i miei figli, un ambiente magico che avesse un’identità precisa, in qualche modo mi doveva assomigliare. Creare una casa, dopo la sua ristrutturazione che ha richiesto anni di lavoro e tanto impegno, aperta ad ogni tipo di ricevimento, cerimonie, salotti culturali, eventi sociali. Oggi in mezzo al Chianti, ai colli fiorentini, alle pietre che parlano di modernità, di Barocco, del seicento toscano, dei mobili, di un oggetto di arredamento, quando apro il cancello d’ingresso agli ospiti, intravedo la loro felicità. Quello che abbiamo sempre cercato era di creare un luogo ripieno di esperienze, storia, cultura, denso di intensa e silente umanità come ha ben descritto il regista Alberto Bartalini nel nostro libro illustrativo“.

Dopo l’immaginario reale dentro la stanza dei ricordi, percorriamo con la Signora Carla, avvolti dal silenzio, ogni perimetro della imponente Fattoria. Gli occhi continuano a spaziare verso un paesaggio aperto, che gli illuministi avrebbero decantato nei loro testi senza cerchi alla testa. Di Paterno puoi solo fare POESIA D’AUTORE.

Come nelle favole c’è sempre un lieto fine, nel nostro caso i saluti doverosi con la solenne promessa di ritrovarci, mantenendo la fioritura dell’amicizia che arricchisce i sentimenti volti alla maestosa cordialità nel: “Il Paese del Si!” (Dante).

www.fattoriapaterno.it

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Stefano Marinari

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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