Parma sarà capitale italiana della cultura per il 2020. La città emiliana è stata scelta tra le finaliste Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. La designazione è stata fatta dalla giuria presieduta da Stefano Baia Curioni.

L’annuncio della vincitrice è stato fatto oggi dal ministro di beni culturali e turismo, Dario Franceschini in un incontro con la stampa al Mibact. Franceschini ha osservato che “già entrare nella shortlist è motivo di vanto, è come entrare nelle nomination agli Oscar“.

Parma riceverà un milione di euro dal ministero per l’attuazione del progetto presentato con la candidatura. Denaro che serve per stimolare le amministrazioni a perseguire un modello di sviluppo sostenibile che vede la cultura al centro della crescita sociale, economica e civile del territorio attraverso il coinvolgimento delle realtà pubbliche e private.
Matera, è stata designata il 17 ottobre 2014 Capitale europea della cultura per il 2019. Nel 2015 l’ex aequo di Cagliari, Lecce, Ravenna, Siena e Perugia-Assisi, Capitali Italiane della Cultura. Poi è toccato a Mantova nel 2016 e Pistoia nel 2017, mentre per il 2018 il titolo è stato attribuito a Palermo.

Le motivazioni della scelta sono state elencate da Franceschini: “Esempio virtuoso di elevata qualità nella progettazione territoriale a base culturale. I suoi punti di forza sono rappresentati in particolare: dalla capacità di attivare e coordinare un sistema estremamente complesso di soggetti, allargato su base territoriale estesa. Il progetto infatti enfatizza un forte e attivo coinvolgimento dei privati delle imprese del territorio, una stretta relazione con il mondo dell’università e della ricerca, con il mondo della cultura e del welfare, nella presenza di un rapporto consapevole tra rivitalizzazione urbana, promozione sociale, produzioni culturali, con riferimento esplicito all’attivazione di distretti; da un sistema di offerta culturale di ottimo livello realizzato con esplicita attenzione ai giovani nell’integrazione di discipline artistiche, con particolare riferimento alla tradizione musicale; da una forte capacità di gestione dei sistemi di accoglienza e gestione della creatività in vista della sostenibilità complessiva“.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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