Dopo aver attraversato 46 prefetture del Giappone, a partire dallo scorso marzo, la fiaccola olimpica – contenuta in una lanterna – è giunta a Tokyo. Ad accoglierla, sotto una pioggia sottile, la governatrice Yuriko Koike, in una cerimonia in scala ridotta all’indomani dell’annuncio degli organizzatori che i Giochi saranno senza spettatori in quasi tutte le sedi a causa di un’ondata di infezioni da coronavirus. La torcia farà il suo ingresso allo Stadio Nazionale il 23 luglio, ma a causa dei nuovi contagi non sarà possibile trasportarla lungo le strade pubbliche. “Non possiamo fare altro che appellarci alla speranza”, ha detto Koike dal palco del Parco Olimpico di Komazawa, già teatro dei Giochi del 1964, oggi completamente vuoto.
Secondo i piani iniziali, più di 100 tedofori avrebbero dovuto darsi il cambio sulle strade di Tokyo nell’ultimo viaggio della fiaccola, attraversando i luoghi più iconici della capitale, dalla torre dello Sky Tree, al quartiere di Roppongi, fino al famoso crocevia di Shibuya.
Ieri il governo giapponese ha annunciato la proroga del ‘semi stato di emergenza’ fino al 22 agosto, per Tokyo e le tre prefetture adiacenti di Chiba, Kanagawa e Saitama, mentre il consiglio direttivo dei Giochi ha stabilito che non sarà possibile consentire l’ingresso del pubblico locale durante le gare, a differenza di quanto precedentemente stabilito.
Le uniche prefetture che potranno accogliere fino a 10 mila spettatori saranno quelle di Fukushima, Miyagi, e Shizuoka, mentre sono ancora in corso di definizione le misure di accesso a Ibaraki, e in Hokkaido, nello specifico a Sapporo, dove si svolgerà la maratona.
Nonostante le condizioni di pioggia e la cerimonia a porte chiuse, circa 100 persone si sono radunate intorno all’arena nel tentativo di intravedere la fiaccola. Presente anche un gruppo di manifestanti con i cartelli: “Cancellate i Giochi”, “Le Olimpiadi uccidono i poveri”.
A cura Renato Lolli – Foto Asia Society
