In questa Giornata Mondiale dei Poveri “la Parola di Gesù è un monito forte a rompere quella sordità interiore che ci impedisce di ascoltare il grido di dolore soffocato dei più deboli”, ha detto papa Francesco durante la messa con i poveri nella Basilica di San Pietro.

“Anche oggi – ha evidenziato – viviamo in società ferite e assistiamo, proprio come ci ha detto il Vangelo, a scenari di violenza, basta pensare alle crudeltà che sta subendo il popolo ucraino, di ingiustizia e di persecuzione. In più, dobbiamo affrontare la crisi generata dai cambiamenti climatici e dalla pandemia, che ha lasciato dietro di sé una scia di malesseri non soltanto fisici, ma anche psicologici, economici e sociali”.

“Anche oggi – ha proseguito il Pontefice – vediamo sollevarsi popolo contro popolo e assistiamo angosciati al veemente allargamento dei conflitti, alla sciagura della guerra, che provoca la morte di tanti innocenti e moltiplica il veleno dell’odio”.

“Anche oggi, molto più di ieri, tanti fratelli e sorelle, provati e sconfortati, migrano in cerca di speranza, e tante persone vivono nella precarietà per la mancanza di occupazione o per condizioni lavorative ingiuste e indegne”, ha aggiunto Francesco.

“E anche oggi – ha concluso – i poveri sono le vittime più penalizzate di ogni crisi. Ma, se il nostro cuore è ovattato e indifferente, non riusciamo a sentire il loro flebile grido di dolore, a piangere con loro e per loro, a vedere quanta solitudine e angoscia si nascondono anche negli angoli dimenticati delle nostre città”.

“Non lasciarsi incantare dalle sirene del populismo”

“Facciamo nostro l’invito forte e chiaro del Vangelo a ‘non lasciarci ingannare’. Non diamo ascolto ai profeti di sventura, non facciamoci incantare dalle sirene del populismo, che strumentalizza i bisogni del popolo proponendo soluzioni troppo facili e sbrigative”, ha detto papa Francesco.

“Non seguiamo i falsi messia che, in nome del guadagno, proclamano ricette utili solo ad accrescere la ricchezza di pochi, condannando i poveri all’emarginazione”.

“Al contrario, rendiamo testimonianza – ha aggiunto il Pontefice nell’omelia – accendiamo luci di speranza in mezzo alle oscurità. Cogliamo, nelle situazioni drammatiche, occasioni per testimoniare il Vangelo della gioia e costruire un mondo più fraterno, almeno un po’ più fraterno. Impegniamoci con coraggio per la giustizia, la legalità e la pace, stando a fianco dei più deboli. Non scappiamo per difenderci dalla storia, ma lottiamo per dare a questa storia, che noi stiamo vivendo, un volto diverso”.

Guardare a chi ha bisogno, basta con la “cultura dello scarto”

Parlando a braccio durante l’omelia papa Francesco chiede di “guardare ai fratelli e sorelle che sono nel bisogno, guardare questa civiltà di scarto, questa cultura dello scarto, che scarta i poveri, che scarta le persone con meno possibilità, che scarta i vecchi, che scarta i nascituri, questo che è tutto scarto… Guardando a questo che cosa sento io che devo vivere come cristiano questo momento?”.

Decidiamoci ad amare i figli più scartati, prendiamoci cura dei poveri, nei quali c’è Cristo, che per noi si è fatto povero“, ha detto il pontefice. “Sentiamoci chiamati in causa perché neanche un capello del loro capo vada perduto“.

“Non possiamo restare, come quelli di cui parla il Vangelo, ad ammirare le belle pietre del tempio, senza riconoscere il vero tempio di Dio, l’essere umano, specialmente il povero, nel cui volto, nella cui storia, nelle cui ferite c’è Gesù”. “L’ha detto Lui. Non dimentichiamolo mai”, ha aggiunto Francesco.

“Cosa ci sta dicendo il Signore davanti a questa terza guerra mondiale?”

Anch’io faccio questa domanda oggi: che cosa ci sta dicendo il Signore davanti a questa terza guerra mondiale? Che cosa ci sta dicendo il Signore? Non fuggire, farsi la domanda: cosa mi dice il Signore e cosa posso fare io di bene?”. Così il Papa a braccio durante l’omelia. “Oggi ognuno di noi deve interrogarsi davanti a tante calamità, davanti a questa terza guerra mondiale così crudele, davanti alla fame di tanti bambini, di tante gente – ha aggiunto – io posso sprecare, sprecare i soldi, sprecare la mia vita, sprecare il senso della mia vita senza prenderne coraggio e andare avanti?”.

Rimaniamo sempre vicini ai nostri fratelli e sorelle della martoriata Ucraina. Vicini con la preghiera, con la solidarietà concreta: la pace è possibile, non rassegniamoci alla guerra”, ha detto il pontefice al termine dell’Angelus.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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