Le relazioni tra Stati non possono essere dominate dalle intimidazioni” ha detto Bergoglio ai partecipanti al Simposio Internazionale cui partecipano 11 Premi Nobel per la Pace, vertici di Onu e Nato, diplomatici e massimi esperti nel campo. Per il Papa, le armi di distruzione di massa sono “militarmente illogiche” e minacciano l’intera umanità “considerando il rischio di una detonazione accidentale per un errore di qualsiasi genere”

“Non possiamo non provare un vivo senso di inquietudine se consideriamo le catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali che derivano da qualsiasi utilizzo degli ordigni nucleari”.

Il Papa lo ha affermato “anche considerando il rischio di una detonazione accidentale di tali armi per un errore di qualsiasi genere”.

Il Papa ha sottolineato la “complessità delle sfide politiche dell’attuale scenario internazionale, caratterizzato da un clima instabile di conflittualità”. “Un fosco pessimismo”, ha detto, “potrebbe spingerci a ritenere che le ‘prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per un disarmo integrale’, come recita il titolo del vostro incontro, appaiano sempre più remote”. “E’ un dato di fatto – ha quindi aggiunto – che la spirale della corsa agli armamenti non conosce sosta e che i costi di ammodernamento e sviluppo delle armi, non solo nucleari, rappresentano una considerevole voce di spesa per le nazioni, al punto da dover mettere in secondo piano le priorità reali dell’umanità sofferente: la lotta contro la povertà, la promozione della pace, la realizzazione di progetti educativi, ecologici e sanitari e lo sviluppo dei diritti umani”.

“Le armi di distruzione globale sono militarmente illogiche”
“Le relazioni internazionali non possono essere dominate dalla forza militare, dalle intimidazioni reciproche, dall’ostentazione degli arsenali bellici” ha detto Francesco. “Le armi di distruzione di massa, in particolare quelle atomiche, altro non generano che un ingannevole senso di sicurezza e non possono costituire la base della pacifica convivenza fra i membri della famiglia umana, che deve invece ispirarsi a un’etica di solidarietà”.
Inoltre, “gli armamenti che hanno come effetto la distruzione del genere umano sono perfino illogici sul piano militare”.

“Bene il recente voto dell’Onu su illegittimità armi nucleari”
“Un sano realismo non cessa di accendere sul nostro mondo disordinato le luci della speranza”, ha detto il Papa al Simposio sul disarmo nucleare -. Recentemente, ad esempio, “attraverso una storica votazione in sede Onu, la maggior parte dei Membri della Comunità Internazionale ha stabilito che le armi nucleari non sono solamente immorali, ma devono anche considerarsi un illegittimo strumento di guerra. E’ stato così colmato un vuoto giuridico importante, giacché le armi chimiche, quelle biologiche, le mine antiuomo e le bombe a grappolo sono tutti armamenti espressamente proibiti attraverso Convenzioni internazionali”. “Ancora più significativo – ha aggiunto Francesco – il fatto che questi risultati si debbano principalmente a una “iniziativa umanitaria” promossa da una valida alleanza tra società civile, Stati, Organizzazioni internazionali, Chiese, Accademie e gruppi di esperti”. In tale contesto “si colloca anche il documento che voi, insigniti del Premio Nobel per la Pace, mi avete consegnato e per il quale esprimo il mio grato apprezzamento”.

“Il progresso attui l’utopia dello smantellamento degli arsenali”
“Un progresso effettivo e inclusivo può rendere attuabile l’utopia di un mondo privo di micidiali strumenti di offesa, nonostante la critica di coloro che ritengono idealistici i processi di smantellamento degli arsenali”. Lo ha affermato papa Francesco nell’udienza ai partecipanti al Simposio internazionale sul disarmo nucleare ao nucleare apertosi oggi in Vaticano.

“Resta sempre valido il magistero di Giovanni XXIII – ha aggiunto Francesco -, che ha indicato con chiarezza l’obiettivo di un disarmo integrale affermando: ‘L’arresto agli armamenti a scopi bellici, la loro effettiva riduzione, e, a maggior ragione, la loro eliminazione sono impossibili o quasi, se nello stesso tempo non si procedesse ad un disarmo integrale; se cio non si smontano anche gli spiriti, adoprandosi sinceramente a dissolvere, in essi, la psicosi bellica’ (Lett. enc. Pacem in terris, 11 aprile 1963, 61)”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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