Aveva in casa gli abiti di Pamela Mastroprietro, sporchi di sangue, e c’erano altre tracce ematiche che rimandano sicuramente alla vittima.

E’ quanto scoperto dai carabinieri del Nucleo investigativo della Compagnia e del Comando provinciale di Macerata nell’abitazione del nigeriano fermato la scorsa notte nell’ambito delle indagini sull’omicidio della 18enne romana allontanatasi da una comunità di recupero di Corridonia (Macerata) e poi fatta a pezzi, con i resti umani abbandonati in due trolley in una strada di campagna di Pollenza, sempre nel Maceratese.

L’uomo si chiama Innocent Oseghale, 29 anni, in possesso di permesso di soggiorno scaduto e con precedenti di polizia per stupefacenti, domiciliato proprio in via Spalato 124, nella città marchigiana, la stessa via dove la ragazza è stata vista viva l’ultima volta martedi’ 30 gennaio.

Un testimone ha riferito agli investigatori dapprima della Questura di Macerata e poi ai carabinieri di aver visto il nigeriano nella tarda serata del 30 in possesso delle valigie contenenti i resti della povera diciottenne e in prossimità del luogo dove le stesse sono state rinvenute ieri mattina da un automobilista di passaggio. E questo rafforza l’impianto probatorio a carico del nigeriano, che nel corso della scorsa notte è stato interrogato negli uffici del Comando provinciale dell’Arma in presenza del suo legale e di un interprete e poi dichiarato in stato di fermo, a disposizione della competente autorità giudiziaria.

Le indagini sono partite con la segnalazione dell’automobilista che in via dell’Industria, tra Pollenza e Casette Verdini, aveva notato quei due trolley abbandonati. Uno dei due di colore rosso, poi risultato di proprietà della ragazza: con quel trolley si era allontanata dalla comunità ‘Pars’ dove tentava di seguire un percorso di recupero dalla dipendenza dalle droghe. La segnalazione era arrivata alla Polizia municipale e da questa ai carabinieri di Pollenza.

E avveniva la macabra scoperta: nelle due valigie c’erano diversi pezzi, oltre una decina, del corpo della vittima. La quale era stata identificata ben presto, in base alla denuncia di scomparsa fatta dalla stessa comunità e anche dalla madre della ragazza, a Roma. I dati combaciavano, quel visto apparteneva a Pamela.

 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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