OSTRICHE

L’ostrica (Ostrea edulis) è nota sin dall’antichità sia per il gusto che per la capacità di produrre perle, inoltre, per secoli,  si è creduto che avesse proprietà afrodisiache.

 

È un mollusco bivalve di forma variabile: generalmente è tondeggiante. La conchiglia è circolare, rugosa e ineguale.

Tra le varietà più pregiate ricordiamo le “normanne”: per il loro elevato contenuto di iodio e la polpa piuttosto carnosa. Le più famose sono: “Isigny”, molto saporita, o l’ostrica di “Saint-Vaast”, con un particolare retrogusto di nocciola.

Le cosiddette ostriche di “mare aperto”, invece, sono allevate sulla costa occidentale del Cotentin, dove l’ostrica trae dal mare “puro” il suo profumo iodato, diventando una vera e propria prelibatezza.

Le specie francesi, si possono raggruppare e dividere in tre tipologie di affinamento: la “Fine”, la “de Claire” e la “Belon”. La Fine ha un affinamento piuttosto breve, in bacini lungo la costa, ed è per questo più sapida e meno ricca in carnosità. La de Claire è affinata nelle “Claire”, bacini salmastri più stagnanti che donano alle carni una dolcezza maggiore. La, piatta, Belon de Belon,  ha un affinamento nel fiume Belon, ed è pregiata e apprezzata per la sua delicatezza, al palato è quasi croccante.

Le ostriche sono considerate un cibo d’élite: spesso una loro degustazione è abbinata a un buon bicchiere di champagne.

Secondo gli esperti dell’Università di Berkeley, consumarle sarebbe una buona scelta: hanno un basso contenuto di calorie e grassi e sono ricche di Omega 3, ferro, zinco, rame, selenio e altri minerali.

Il consumo di ostriche è maggiore in Francia, ma anche in Long Island, dove si coltiva la varietà della Cassostrea virginica, nativa della costa orientale del Nord America.

Si dice abbia un sapore sapido, per via della maggiore salinità delle acque marine.

 

A cura di Aurora Castro

 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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