Chi pensa che la pallanuoto sia meno spettacolare di sport più seguiti come il calcio o il basket, beh deve ricredersi.

Ieri sera nella finale del mondiale di Budapest tra Ungheria e Croazia è andata in scena una partita memorabile, d’altri tempi.

Spettacolo, livello tecnico molto alto, non il più elevato in assoluto, ma sicuramente all’altezza di una finale, tanti pali e traverse e capovolgimenti di fronte.
Sorrisi dei vincitori e pianti degli sconfitti, i padroni di casa, che sorretti da un pubblico “oceanico”, non sono riusciti nell’impresa.
L’unione di tutti questi elementi hanno dato vita a questa spettacolare finale, che pareva essere già chiusa dopo un tempo, il primo, nel quale la Croazia ha dominato in lungo e in largo, dilagando, con un 4-0 che non sembrava dar adito a speranze di rimonta.

Invece nella ripresa gli ungheresi sono entrati in vasca con un altro approccio, e spinti dal pubblico che non ha mai smesso di tifare, hanno cominciato a macinare gioco e occasioni.

Chiaramente si sono esposti alle velocissime ripartenze avversarie, ma è stato un rischio calcolato, visto che in tra i pali l’Ungheria può permettersi Nagy uno dei migliori portieri di questo sport, insieme al collega/rivale croato.
L’estremo difensore dei padroni di casa ha tenuto per ben 14 minuti la porta inviolata, con parate davvero difficili, un mix di istinto e tecnica che hanno permesso ai compagni di non capitolare e di aprire la strada verso una rimonta che avrebbe avuto del clamoroso.

Eppure l’impresa è stata sfiorata perchè, anche se a fatica, l’Ungheria ha rimontato i 4 gol di vantaggio arrivando al pareggio anche grazie a missili dalla distanza che hanno lasciato interdetto il portiere avversario, senza colpe però sui gol subiti.

Raggiunto il pari, nella testa dei croati è iniziato a riaffiorare il ricordo del 1999 quando, stessa partita, stessa finale, i padroni di casa partirono sotto, come ieri, e poi riuscirono nell’epica impresa di rimontare e vincere la gara.

Ieri il miracolo è stato solo sfiorato, ma poi è evaporato contro il muro della Croazia che è stata di gran lunga la squadra migliore del torneo e non poteva buttare via la partita così.

Trascinata da un grandissimo Sukno, dalle parate del suo portiere e dal ricordo di aver eliminato Italia e Serbia, le squadre di gran lunga favorite per la vittoria finale, i balcanici hanno ripreso a giocare e alla fine l’hanno spuntata per 8-6, lasciando agli ungheresi solo amarezza e rimpianto per un argento insperato, che però sarebbe potuto essere oro.

Certamente entrambe le squadre meritano un applauso per lo spettacolo offerto.

Questo sì che è sport.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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