Come ogni anno le temperature in rialzo preannunciano il cambio all’ora legale. Alle 02.00, nelle prime ore di domenica 31 marzo 2019, sposteremo tutti le lancette dell’orologio un’ora avanti. Si dorme un’ora in meno, ma sono notevoli i vantaggi a livello di risparmio. Primo su tutti, la presenza di un’ora in più di luce al giorno permette un risparmio di energia elettrica grazie ai consumi ridotti.

Uno studio targato Terna, operatore per la trasmissione dell’energia elettrica, ha stimato un risparmio di circa 573 milioni di kilowattora in tutta Italia nel 2016 tra i mesi di marzo e novembre, periodo in cui è in vigore l’ora legale – un numero che si traduce in un risparmio di 90 milioni di euro calcolando il consumo medio di 210 mila famiglie italiane. Il risparmio energetico medio durante il periodo in vigore dell’ora legale è stimato allo 0,2%, il che si traduce in un risparmio pecuniario di circa 100 milioni di euro nello stesso periodo. Il risparmio di energia e di denaro, tuttavia, è in trend discendente: nel 2017 sono stati risparmiati 567 milioni di kilowattora contro i 573 milioni segnalati l’anno precedente. Nel 2007 il risparmio era di quasi 650 milioni di kilowattora.

Le cause del rallentamento sono riconducibili per lo più ad un maggiore utilizzo dei condizionatori d’aria durante il periodo estivo e al fabbisogno energetico costante negli uffici privati e in quelli pubblici. Ideata da Benjamin Franklin e proposta sul Journal de Paris nel 1784, l’obiettivo dell’ora legale era quello di sfruttare la presenza maggiore di luce, risparmiando sull’utilizzo delle candele. Teoria inascoltata, sarà il Regno Unito ad adottarla per prima a seguito della prima Guerra Mondiale, seguito poco tempo dopo da altri Paesi tra cui l’Italia. Dopo anni ed anni di confronti, un coordinamento a livello europeo del passaggio all’ora legale è stato inaugurato solamente nel 1996.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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