Open Arms, Matteo Salvini rinviato a giudizio per sequestro di persone e rifiuto di atti di ufficio. Questa la decisione del gup di Palermo Lorenzo Jannelli dopo l’udienza preliminare nell’aula bunker del carcere Ucciardone sul caso della nave ong. Il giudice ha accolto la richiesta della Procura di Palermo. La prima udienza sarà il 15 settembre davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Palermo.

“Non ci sono gli elementi per il non luogo a procedere di Matteo Salvini”, ecco perché il gup Jannelli ha rinviato a giudizio Salvini. L’udienza preliminare non deve valutare se sussiste o meno la responsabilità penale dell’imputato, ma se ci sono elementi sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio e non ci sono elementi per decidere un proscioglimento. Queste le motivazioni del rinvio a giudizio.

Salvini: “A processo a testa alta”
“‘La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino’. Articolo 52 della Costituzione. Vado a processo per questo, per aver difeso il mio Paese? Ci vado a testa alta, anche a nome vostro. Prima l’Italia. Sempre”, commenta il leader della Lega in un messaggio sui propri profili social.

Bongiorno: “Chiameremo Conte e Di Maio a testimoniare”
“Chiameremo sicuramente il Presidente Conte, ma anche Toninelli che è stato no dei grandi protagonisti, e poi Di Maio. E’ inutile negare che c’è una valutazione politica della questione”, ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno parlando del processo a carico di Salvini.
Bongiorno aveva preso la parole prima della decisione del gup. “La difesa della patria e delle sue leggi non limita i diritti delle Ong. Ma solo le scelte contro le regole. Né legge né diritto internazionali prevedono il rifiuto del pos perché sgradito”, aveva affermato al termine dell’arringa l’avvocato e legale di Salvini. “Le Ong – aveva spiegato – vogliono venire in Italia anziché in Spagna e qui possono addirittura costituirsi parte civile”. Bongiorno si era appellata quindi al giudice: “Non consenta alle sentenze di prendere il posto dei voti” aveva detto concludendo il suo intervento, durato circa tre ore. Poi la decisione del giudice.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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