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In Italia è in aumento l’incidenza dei casi Covid a 14 giorni in tutte le fasce d’età ma in quella 10-19 anni si registra il tasso più alto (2.165 per 100.000)”. Ad evidenziarlo è il report esteso dell’Istituto superiore di sanità con i dati della sorveglianza delle infezioni da Covid-19, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale. Nella fascia over 80 anni invece si registra il valore più basso (801 casi per 100.000 abitanti).

Efficacia booster nel prevenire la malattia
L’efficacia del vaccino anti-Covid, ovvero la riduzione del rischio nei vaccinati rispetto ai non vaccinati, nel prevenire le infezioni “è pari al 70% in chi ha ricevuto la dose booster” e “al 50% entro 90 gironi dal completamento del ciclo vaccinale e 48% oltre 120 giorni”.

L’efficacia del vaccino nel prevenire la malattia severa è pari “a 73% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 76% nei vaccinati che hanno completato il ciclo da oltre 120 giorni e 91% nei soggetti vaccinati con dose booster”.

Ricoveri
Nonostante nelle ultime settimane i casi siano in risalita, i ricoveri restano stabili in quasi tutte le fasce d’età tranne per i più piccoli. Nella fascia sotto i 5 anni infatti, l’unica che al momento non può ricevere il vaccino, il tasso di ospedalizzazione risulta in aumento.

Ricoveri in terapia intensiva
Il tasso di ricoveri in terapia intensiva relativo alla popolazione sopra i 12 anni, nel periodo 4 febbraio – 6 marzo per i non vaccinati (12 ricoveri per 100.000 abitanti) “risulta circa quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (3 ricoveri per 100.000) e circa undici volte più alto rispetto ai vaccinati con dose booster (1 ricovero per 100.000 abitanti)”.

Mortalità
Il report inoltre evidenzia che “il tasso di mortalità standardizzato per età, nel periodo 28 gennaio-27 febbraio, per i non vaccinati (65 decessi per 100.000 abitanti) risulta circa quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (15 decessi per 100.000 abitanti) e circa quattordici volte più alto rispetto ai vaccinati con dose booster (5 decessi per 100.000 abitanti)”.

Rischio di reinfezione
L’analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021 (data considerata di riferimento per l’inizio della diffusione della variante Omicron), evidenzia un aumento del rischio nei soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni. Nel report esteso dell’Iss si registra inoltre il maggior rischio di riammalarsi nei soggetti di sesso femminile. Questo può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito familiare. Anche le fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) rischiano maggiormente di contrarre di nuovo la malattia probabilmente a causa di comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle altre fasce d’età.

A cura di Silvia Camerini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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