Sono passati ben 10 anni dalla scomparsa della piccola Yara Gambirasio, all’epoca 13enne, avvenuta a Brembate Sopra (Bergamo).
Nonostante i tre gradi di giudizio che hanno condannato Massimo Bossetti per il delitto, la famiglia del carpentiere di Mapello ha incaricato nuovi consulenti per dimostrare la sua innocenza. Richiederanno la richiesta di revisione del processo dopo un’analisi antropometrica sul furgone dell’uomo.

Omicidio di Yara, nuova analisi sul furgone di Massimo Bossetti
Le immagini del mezzo saranno mostrate durante la trasmissione Icberg, in onda su Telelombardia. “Non è mai stata fatta chiarezza sulla dinamica dell’incontro tra Yara Gambirasio e Massimo Bossetti e come l’uomo abbia convinto la ragazzina a salire su quel furgone“, spiega la redazione del programma.

Omicidio di Yara, si torna sulle tracce di Dna dell’assassino
Il pool di consulenti, ha anticipato Iceberg, come riporta l’Ansa, oltre a confrontare le immagini riprese dalle telecamere procederà con l’analisi del Dna per confutare l’attribuzione a ignoto 1. Parteciperanno agli esami anche gli esperti in New Jersey e in Canada.

La Cassazione si pronuncerà il prossimo gennaio per il ricorso presentato dai legali di Massimo Bossetti. “Contro di me c’è un Dna strampalato, sto ancora aspettando le prove“, aveva dichiarato l’uomo dopo il dietrofront della Corte d’assise di Bergamo che aveva negato al pool difensivo la possibilità di visionare i reperti, tra cui gli abiti della vittima e le tracce genetiche.

“Io non voglio uscire per un cavillo, voglio uscire perché la perizia sul Dna dimostra che non sono un assassino”, ha dichiarato Massimo Bossetti, attraverso l’avvocato Claudio Salvagni, all’Adnkronos.

A cura di Elena Mambelli – Foto Corriere di Bergamo

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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