Infermità mentale? No, secondo il gip del Tribunale dei minorenni di Lecce, Ada Colluto, il 17enne reo confesso dell’omicidio della fidanzatina Noemi Durini, sarebbe stato perfettamente lucido mentre uccideva la ragazza. Quindi il fermo del giovane è stato convalidato.
Il ragazzo è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dai motivi futili e, come il giudice ha precisato, la “labilità psichica e l’insieme degli elementi ricavabili dalla documentazione sanitaria, non possono portare in ogni caso a ritenere che in questa fase non fosse pienamente capace di intendere e di volere nel momento in cui ha commesso l’azione delittuosa”.
I legali del giovane hanno però ribadito di voler chiedere l’accertamento della sua capacità di intendere e di volere. Dal canto suo, la giudice ha deciso di non accogliere la richiesta dei difensori di disporre una misura cautelare più leggera, come il ricovero in una casa di cura, in considerazione dello stato di salute mentale del ragazzo. “Dalla relazione di consulenza neuropsichiatrica dell’Asl risulta che presenta un’organizzazione borderline di personalità in soggetto con capacità intellettiva al limite – ha scritto il magistrato – emergono elementi di labilità psichica, che rendono concreta la possibilità che non rimanga coerente nel suo atteggiamento rispetto alla vicenda e si renda irreperibile, anche magari per cercare di risolvere a suo modo la situazione di totale avversione sociale che avverte nei confronti suoi e della sua famiglia”. Tuttavia, la presenza di tali disturbi non ha spinto la giudice ad accogliere la tesi difensiva: “gli elementi ricavabili dalla documentazione sanitaria non portano a ritenere che il ragazzo non fosse pienamente capace di intendere e di volere nel momento in cui ha commesso il delitto”.
Intanto oggi sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Noemi, assassinata e ritrovata mercoledì scorso in campagna a distanza di dieci giorni dalla scomparsa.
