MEREDITH
La sentenza della Cassazione sull’omicidio di Meredith Kercher non arriverà prima di venerdì 27, giorno in cui i giudici si riuniranno in camera di consiglio.
Lo ha annunciato il presidente della quinta sezione penale della Cassazione, Gennaro Marasca, durante l’udienza di oggi.

Il processo in Cassazione è iniziato alle 10.30 con la relazione del giudice relatore Paolo Bruno. I giudici devono decidere se accogliere o rigettare il ricorso presentato da Amanda Knox e Raffaele Sollecito contro la sentenza della Corte d’assise d’appello che ha li ha condannati per il delitto della studentessa, rispettivamente a 28 anni e sei mesi e 25 anni di reclusione.

Nell’angusta aula, assediata dai giornalisti di tutto il mondo, ha preso posto anche Raffaele Sollecito, insieme al padre, alla moglie di quest’ultimo e alla sorella. Sollecito non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione all’ingresso al Palazzaccio ma è apparso teso. Ha parlato, invece, il padre, Francesco: “È kafkiano, questo processo non sarebbe dovuto nemmeno iniziare. Sono incredulo. Tre ore di discussione generale del procuratore generale basata sul nulla”. Sollecito ha invece apprezzato l’intervento del giudice relatore, Paolo Bruno. “È’ stato bellissimo… Ha detto qui c’è un’unica certezza che una ragazza è stata ammazzata”. Secondo Sollecito il magistrato si è espresso come il giudice relatore nel processo d’appello di Perugia quando “vennero assolti”. L’udienza è stata interrotta per 40 minuti, per riprendere alle 14.30 sempre con la requisitoria del procuratore generale Mario Pinelli. Alla ripresa dell’udienza il presidente Gennaro Marasca ha detto che comunicherà quando è che in modo riprenderà l’udienza venerdì.

Rispetto al processo in Cassazione che si svolse esattamente due anni fa – il 25 marzo 2013 quando i giudici annullarono la sentenza di assoluzione per gli ex fidanzati – l’attenzione dei media internazionali è più pressante. Tutti i maggiori giornali – dal New York Times al Guardian al Telegraph – e i network come Bbc, Cbs e Cnn hanno rappresentante. Molti anche i giornalisti italiani. All’ingresso a Palazzo di Giustizia ci sono stati momenti di tensione tra i cameramen nel momento dell’arrivo di Sollecito e degli avvocati impegnati nel processo. Un ‘assalto’ mediatico reso ancora più difficile dalla pioggia incessante che ha accompagnato le prime ore della mattina. All’interno e comunque vietato scattare foto o effettuare riprese video. A fronte della difficile situazione per l’aula piccolissima in cui si celebra il processo il presidente ha poi deciso di proseguire il processo in un’aula più grande.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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