Terno D’Isola
La Procuratrice aggiunta di Bergamo, Maria Cristina Rota, dopo il fermo del suo assassino reo confesso, ha dichiarato: “Nessun movente, nessun perché. Sharon Verzeni era nel posto sbagliato nel momento sbagliato“.
Sharon, barista con un diploma d’estetista, ha incontrato il suo assassino “Moussa Sangare”, 31 anni, all’una di notte di un mese fa, mentre faceva joggin, in via Castegnate a Terno d’Isola, un paese in provincia di Bergamo. Era stata raggiunta da un uomo in bicicletta che l’ha presa per il collo e le ha dato una prima coltellata allo sterno per poi infierire con altre tre, lasciandola agonizzante. Per lei solo il tempo di una telefonata: “Mi ha accoltellato” ed è morta poco dopo. Quell’uomo è stato fermato per omicidio premeditato e con l’aggravante dei futili motivi dopo una accurata indagine dei carabinieri. Alla sua identificazione hanno concorso le testimonianze di due stranieri che dopo avre visto alcune immagini delle telecamere di controllo hanno detto: “E’ lui“.
Moussa Sangare, nato a Milano ma residente a Suisio, a pochi chilometri da Terno d’Isola, italiano di famiglia originaria del Maly, ha “pienamente confessato i suo delitto“. A detta di Chi lo conosceva era, almeno prima del suo viaggio a Londra per realizzare il “suo sogno” e diventare un “rapper” con le collaborazioni di nomi noti come Izi ed Ernia, un giovane tranquillo e ben voluto. Ritornò fortemente cambiato. Tanto che aveva accumulato alcuni precedenti per maltrattamenti nei confronti della madre e della sorella e non viveva più con loro ma in una casa occupata. Rintracciato a Chignolo d’Isola e portato in caserma, prima, assistito da un legale, ha reso dichiarazioni spontanee e poi, nella notte, ha confessato senza reticenze il suo delitto, anche se rimangono aspetti da verificare.
Le sue parole: “Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa, sono dispiaciuto“!
Paderno Dugnano
Riccardo Chiaroni, il ragazzo di 17 anni che a Paderno Dugnano ha ucciso la mamma, il papà e il fratello minore, dopo 12 ore di interrogatorio, ha dichiarato: “In casa mi sentivo un corpo estraneo, oppresso“.
A Paderno la famiglia Chiaroni era stimata e mai erano giunte voci o particolari che potessero evidenziare una tragedia così grave.
Riccardo tra tre settimane compirà 18 anni.
Ha sterminato la famiglia a coltellate poche ore dopo aver festeggiato il 51esimo compleanno del padre insieme ad alcuni parenti nella stessa casa in cui si è consumata la strage, lasciando basiti “tutti” parenti, amici e conoscenti!
Appassionato di matematica partecipava a competizioni a livello nazionale, come evidenziato da alcune foto pubblicate da mamma Daniela sui social con evidenziata la frase: Il mio Einstein! Altre passioni del figlio: la pallavolo, le vacanze in famiglia in barca e le nuotate insieme al fratellino Lorenzo.
La Sindaca di Paderno, Anna Varisco, commossa, ha sottolineato: “Era una famiglia normale, tranquilla. Sono sbalordita. Anche le scuole e gli insegnanti dei ragazzi dicono che erano entrambi tranquillissimi. Il fratello del padre, in particolare, era conosciuto in paese per il suo legame con la parrocchia”.
Riccardo, dopo la confessione, ha passato la prima notte in carcere, nella struttura milanese Beccaria, ovviamente protetto e sorvegliato, oltre ad essere dagli psicologi per cercare di riportare a galla il movente del triplice omicidio.
Ieri sera, in compenso, abbiamo assistito nei TG e nelle trasmissioni equiparate alla solita “bagarre” politica che riesce “vomitando o predicando sentenze” su tati atti criminosi a cercare voti e consensi per una poltrona in più o per gestire una forma vergognosa Di potere. Noi vorremmo che la smettessero con tanta ipocrisia e si impegnassero nel loro lavoro, auspicando che la “Magistratura” cerchi la verità vera e soprattutto dia condanne tali da far desistere questi “assassini” dal commettere o ripetere o emulare tali gesti, minimizzandoli a stati di disagio, di incomprensione, di sogni non realizzati ed altri fatti ” legati ad una “democrazia fasulla e di comodo” come l’intervento di psicologi per ridurre al minimo indispensabile le pene conseguenti a tali “delitti”!
Inoltre i “santoni” che predicano i TV non sono mai i diretti interessati a tali fatti incresciosi e come sempre quando gli stessi accadono in “casa d’altri” hanno certamente valenze diverse quali potrebbero essere se colpiti personalmente!
A titolo di cronaca riporto una frase del Dott. Crepet, psicologo: “Senza dialogo tra genitori e figli, le famiglie si sfaldano!”
Sarebbe opportuno che a tali processi la sentenza di condanna venisse emessa da una VERA GIURIA POPOLARE composta da 21 giurati possibilmente scelti tra persone comuni e senza tessera di alcun partito politico, forse la sua presenza diverrebbe un deterrente non da poco!
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica