Le parole sono strumenti molto più potenti di quanto si possa immaginare e a volte vengono usate impropriamente, senza curarsi degli effetti che possono sortire.

A finire “sotto processo” questa volta sono state le parole che normalmente si riferiscono ai prodotti lattiero-caseari, come “formaggio”, “latte”, “yogurt”, “panna” o “burro”. Questi termini, almeno in via teorica, non potrebbero essere accostati a prodotti di origine vegetale, eppure denominazioni come “latte di soya” o “formaggio vegetale” sono presenti ormai in tutti i supermercati.

Ma ora la teoria diventa pratica, perché la Corte di Giustizia della Ue ha stabilito che solo i prodotti di origine animale possono avvalersi delle parole che si riferiscono ad alimenti a base di latte.

“Ciò vale anche nel caso in cui tali denominazioni siano completate da indicazioni esplicative o descrittive che indicano l’origine vegetale del prodotto in questione”, ha aggiunto la Corte. Pertanto, gli alimenti vegetariani e vegani non possono essere chiamati con nomi di alimenti di origine animale.

Ma come si è arrivati ad attirare l’attenzione della Corte di Giustizia europea? Ebbene, tutto è cominciato quando la giustizia tedesca ha preso in esame il caso di una società che produce e distribuisce alimenti vegetariani e vegani con le denominazioni “Soyatoo burro di tofu”, “formaggio vegetale”, “Veggie-Cheese”, “Cream”. Il Verband Sozialer Wettbewerb, un’associazione tedesca che mira a contrastare la concorrenza sleale, ha ritenuto che una simile dicitura violasse la normativa dell’Unione sulle denominazioni per il latte ed i prodotti lattiero-caseari. La società “imputata” si è difesa sottolineando che le denominazioni “burro” o “cream” venivano sempre associate a termini che evidenziavano l’origine vegetale dei prodotti in questione, come ad esempio “burro di Tofu” o “rice spray cream”. Ma, a quando pare, non è bastato.

La Coldiretti ha appoggiato la scelta della Corte, commentando: “Inganna i consumatori e fa chiudere le stalle la confusione generata dall’uso della parola latte per bevande vegetali, come quello alla soia, che hanno raggiunto in Italia un valore al consumo di 198 milioni di euro, con un incremento del 7,4% nell’ultimo anno”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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