Interior of a rural farm - hay, wheel, pitcher.

Questi giorni di paura da virus, che a grande velocità sta cambiando, o “dovrebbe” farlo, il nostro modo di vivere, potrebbero rappresentare un momento di presa di coscienza di inestimabile valore, perché dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, si sono certamente vissuti periodi difficili; però l’impressione è che poco a poco abbiamo perso la capacità di affrontare i problemi, quelli veri, che potrebbero nascere, da un momento all’altro, per qualcosa di sconosciuto, cui non siamo abituati e, giocoforza, non sappiamo come affrontare.

Ci sono già stati negli ultimi cinquant’anni virus anche molto peggiori del Covid-19, più letali anche se meno diffusi, ma pensandoci bene, sottovalutati proprio come oggi accade; cosa dire infatti dell’AIDS?
Quanta gente anche ai giorni nostri muove per l’HIV? E si che ormai tutti dovrebbero essere a conoscenza di quanto sia pericoloso e di quali precauzioni, anche minime, basterebbe mettere in atto per prevenirlo.

Il non parlarne più, il non diffondere più i dati di contagiati e morti credete voglia significare che l’AIDS non esiste più o è stato debellato con un antidoto? Oppure, come sempre accade, è passato in secondo piano rispetto alle nostre attenzioni ed interessi odierni? Di sicuro ci interessano di più gli amori di uomini e donne, le traversie amorose dei vip, e spesso basta guardare i dati di lettura degli articoli (vale anche per il nostro giornale) per accorgersi che “tirano” di più D’alessio e la Tatangelo che le regole da seguire contro il Coronavirus!

Stupefacente? Davvero? In realtà di stupefacente dovrebbe esserci il comportamento di persone che, per cattiva informazione personale, o per menefreghismo, si comportano come nulla fosse, ed anzi mettono a serio rischio non solo se stessi ma anche tantissime altre persone; cosa dire infatti di tutti coloro che hanno preso un treno sabato sera per tornare al Sud, magari inconsapevoli portatori di virus in zone dove tutto serve meno che si allarghi il contagio, con il collasso di strutture sanitarie che già sono tutto salvo che attrezzate ed efficienti?

Provare, qualche volta almeno, a pensare non solo con quello che abbiamo dentro le mutande invece che con l’interno del cranio? Difficile? Quasi impossibili? Impossibile del tutto? A voi la risposta, ma quello che accade lascia poche speranze, o si crede che basti poi l’autocertificazione di auto porsi in quarantena dei novemila pugliesi che sono rientrati nella loro Regione d’origine? hanno dimostrato davvero senso di responsabilità come affermato dal Presidente Emiliano, o il senso di responsabilità era fare qualche sacrificio restando dov’erano?

Mancanza di senso civico, i modi di affrontare i problemi della comunità e non solo quelli personali, la scarsissima predisposizione a rispettare le regole invece che ritenersi “l’ombelico del mondo”, il centro di gravità intorno al quale tutti devono girare, questi sono i problemi odierni, così come sottolineato dalla collega Sandra Vezzani nel suo ultimo articolo, con i ragazzi che, in mancanza della scuola non sanno cosa fare. Ma se solitamente passano la giornata a chattare, oggi che nessuno lo vieta loro non sanno cosa fare ed il cellulare resta muto, inutilizzato e con la batteria che dura un giorno intero senza ricarica?

Ecco, forse il punto sta proprio lì, se è vietato lo facciamo, altrimenti che gusto c’è?
I problemi ci sono, tanti e gravi, da non esagerare ma neppure da sottovalutare, e nulla in questo momento si risolve con il solo schioccare delle dita, come in molti casi si pretenderebbe, tanto basta un decreto governativo, con quello si risolve tutto, forse, dal giocare o meno del calcio alle strutture sanitarie, dove i reparti di terapia intensiva solo al collasso anche là dove più che adeguati alla normalità quotidiana.

Tanto che ci vuole per aumentare i letti a disposizione? Come se un letto fosse sufficiente… ma sì, che ci pensi il governo, ai problemi del pallone così come ad allestire reparti specialistici con macchinari adeguati e personale altrettanto altamente preparato alla bisogna, che ci vuole? Basta schioccare le dita, quello che magari dovrebbero iniziare a fare anche tutti coloro che i provvedimenti, le restrizioni, vanno bene quando toccano altri, ma prendono un treno quando invece dovrebbero stare a casa, si ritrovano il più numerosi possibile quando invece potrebbero fare quello che è il loro solo ed unico passatempo preferibile, passano le pene dell’inferno se non passeggiano e prendono l’aperitivo lungo quei navigli che per anni si sono rifiutati di frequentare!

Ma in fondo che ci vuole? Basta schioccare le dita e tutto si risolve, ma il tempo della paglia probabilmente è vicino!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Fotolia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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