Ora che l’affare Neymar al PSG dal Barcellona è ufficiale da qualche giorno, per la “modica cifra” di 222 milioni di Euro, si possono già fare ipotesi e bilanci sulla trattativa del secolo, la più costosa della storia del calcio.
La premessa è molto semplice, ed è semplicemente un’opinione personale, dato che questo è un paese libero dove per fortuna ognuno può esprimere liberamente il proprio pensiero.
A mio parere nemmeno Cristiano Ronaldo e Messi, i due football players più forti al mondo, e forse della storia, non valgono quella cifra.
Qui si parla di una somma che che sfamerebbe l’intera Africa e pagare Neymar, si fortissimo quanto si vuole, una tale cifra significa però dare più valore a una persona che a un intero continente, e questo, scusate se sono moralista, non lo concepisco.

Ma va beh, modesta opinione mia a parte, analizzando i numeri, pare che a lungo andare, dal punto di vista meramente economico, il vero affare l’abbia fatto il PSG; infatti non bisogna lasciarsi ingannare dalla folle..? cifra spesa dallo sceicco patron della squadra di Parigi, perchè certamente verrà incassata tutta e con anche discreti ricavi. Dove? Facilissimo, nel merchandising.
Solo la maglietta del brasiliano in tutta Parigi coprirà le spese in poco tempo, per non parlare degli introiti in sud America.

Questo è un affare anche dal punto di vista comunicativo. Si chiama semplicemente valorizzazione del brand, una cosa finora sconosciuta in Italia.
Juventus, Roma, Napoli, Inter,Milan nessuno escluso si avvicina nemmeno lontanamente al fatturato delle big d’Europa; forse solo i bianconeri che però poi per fatturare, vendono sistematicamente un fuoriclasse, rimpiazzandolo con un altro, ma non è così che si vince la Champions.
Guardiamo Bayern Monaco, Barcellona, Real Madrid per citare le tre top del vecchio continente. In queste squadre ci sono tutti i top players d’Europa e cederne uno, che poi viene sempre e comunque degnamente sostituito, non rappresenta un calo del valore assoluto della squadra, come avviene spesso per le italiane.

O anche solo in Premier dove tutti i tifosi della squadra che gioca in casa indossano la maglietta ufficiale dei loro beniamini. Altro che bagarini o bancarelle fuori con casacche surrogate, a prezzi tra l’altro alti.
In Italia non si sa valorizzare il brand, come invece sanno fare benissimo gli altri paesi, come ha dimostrato il Psg con questa trattativa monster, che però, economicamente parlando non è poi così assurda, anzi.

Poi volendo analizzare il punto di vista tecnico, siamo sempre lì; Neymar è fenomenale e può risolvere da solo una o più partite.
Ma sarà sufficiente a trionfare in Europa? Io non credo; proprio i parigini dimostrano nel concreto che spesso 11 figurine o fuoriclasse, chiamateli come vi pare, non fanno una squadra.
Se il PSG riuscisse ad apprendere la mentalità di gruppo compatto, nel quale ognuno non gioca solo per sè, ma anche per gli altri, certamente almeno in semifinale di Champions ci arriverebbe a mani basse.
E invece la squadra non ha nemmeno vinto l’ultima Ligue 1, nonostante sulla carta, partisse nettamente favorita.

Per quanto riguarda il Barcellona invece, ovvero la parte che ha ceduto il suo patrimonio beh si può dire che sicuramente non ci ha perso, nemmeno dal punto di vista del valore assoluto.
Mi spiego. Dal punto di vista economico, la cifra è molto alta, ma come reinvestirla? Coutinho, il prescelto sostituto, sarà in grado di sostituire degnamente il brasiliano? E poi? Cioè con le folli cifre del calcio mercato di oggi, al massimo una squadra come il Barcellona che non spende mai meno di 50 milioni, riesce a prendersi 3-4 giocatori medi; ma i top players hanno un altro costo.
Dal punto di vista tecnico è un’altra storia, perchè i blaugrana sono un collettivo e anche un giocatore meno dotato di Neymar può tranquillamente venire esaltato dallo spumeggiante stile di gioco della squadra.

Vedremo chi alla fine avrà avuto ragione in questo affare secolare. Che i giochi abbiano inizio..

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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