‘Quando si usa violenza non si sa più nulla su Dio, che è Padre, e nemmeno sugli altri, che sono fratelli. Si dimentica perché si sta al mondo e si arriva a compiere crudeltà assurde. Lo vediamo nella follia della guerra, dove si torna a crocifiggere Cristo. Sì, Cristo è ancora una volta inchiodato alla croce nelle madri che piangono la morte ingiusta dei mariti e dei figli. È crocifisso nei profughi che fuggono dalle bombe con i bambini in braccio. È crocifisso negli anziani lasciati soli a morire, nei giovani privati di futuro, nei soldati mandati a uccidere i loro fratelli”. E’ la nuova dura condanna pubblica della guerra pronunciata da Papa Francesco, nell’omelia della Messa celebrata in piazza san Pietro in occasione della celebrazione della Domenica delle Palme che ricorda l’ingresso di Gesù Cristo a Gerusalemme dove viene tradito condannato a morte e crocifisso dagli uomini.

“Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”, ripete Bergoglio oggi le parole di Cristo inchiodato alla croce. “Non lo disse – sottolinea il Pontefice- una sola volta ma per tutte le ore trascorse sulla croce con quelle parole sulle labbra e nel cuore. Dio non si stanca di perdonare. Non sopporta fino a un certo punto per poi cambiare idea, come noi siamo tentati di fare. Noi cristiani, allora, non stanchiamoci di praticare il perdono: riceverlo, amministrarlo, testimoniarlo. Notiamo ancora una cosa: Gesù implora il perdono ma dice anche il motivo: ‘perché non sanno quello che fanno’. Giustifica i violenti suoi crocifissori perché non sanno. Eccome come Gesù si comporta con noi: si fa nostro avvocato. Nel momento più drammatico Gesù pratica il sentimento più difficile: l’amore per i nemici. Gesù ci invita a non restare lì: a reagire, a usare la carezza del perdono contro i chiodi del dolore. Spezziamo la catena amici, nemici; ti voglio bene se mi vuoi bene. Il perdono e l’amore di Gesù del perdono sono per tutti”

“In questa settimana – esorta allora Papa Francesco in vista della Pasqua fra sette giorni – accogliamo la certezza che Dio può perdonare ogni peccato e ogni distanza. Camminiamo verso la Pasqua con coraggio verso il suo perdono.  Con Gesù non è mai finita, non è mai troppo tardi. Con Dio si può tornare a vivere. Perché Cristo continuamente intercede presso il Padre per noi. E, guardando il nostro mondo violento e ferito, non si stanca di ripetere: ‘Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno…”.

“Salva te stesso è il ritornello dell’umanità”

”Sul Calvario si scontrano due mentalità. Nel Vangelo, infatti, le parole di Gesù crocifisso si contrappongono a quelle dei suoi crocifissori. Questi ripetono un ritornello: ‘Salva te stesso’. Lo dicono i capi: ‘Salvi se stesso,  se è lui il Cristo di Dio, l’eletto’ . Lo ribadiscono i soldati: ‘Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso’. E infine, anche uno dei malfattori, che ha ascoltato, ripete il concetto: ‘Non sei tu il Cristo? Salva te stesso!’ Salvare se stessi, badare a se stessi, pensare a se stessi; non ad altri, ma solo alla propria salute, al proprio successo, ai propri interessi; all’avere, al potere e all’apparire. Salva te stesso: è il ritornello dell’umanità che ha crocifisso il Signore. Pensiamoci” prosegue Papa Francesco nell’omelia.

”Ma alla mentalità dell’io si oppone quella di Dio; il salva te stesso si scontra con il Salvatore che offre se stesso. Nel Vangelo odierno sul Calvario anche Gesù prende la parola tre volte, come i suoi oppositori. Ma in nessun caso rivendica qualcosa per sé; anzi, nemmeno difende o giustifica se stesso. Prega il Padre e offre misericordia al buon ladrone. Una sua espressione, in particolare, marca la differenza rispetto al salva te stesso: ‘Padre, perdona loro”’ dice ancora il Santo Padre.

“Dio non si stanca di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono, ma Lui mai si stanca di perdonare. Non sopporta fino a un certo punto per poi cambiare idea, come siamo tentati di fare noi” sottolinea poi con forza il Santo Padre. “Gesù è venuto al mondo a portarci il perdono dei nostri peccati e alla fine ci ha dato un’istruzione precisa: predicare a tutti, nel suo nome, il perdono dei peccati”, aggiunge il pontefice.

Nella messa anche preghiere per i profughi e le autorità

Si è pregato anche per i profughi, per gli esuli e per le autorità civili nella preghiera dei fedeli. “Il Padre, rifugio dei poveri, converta le nostre vite e apra le nostre mani alla carità, così che i piccoli possano trovare protezione, gli esuli una casa accogliente, coloro che fuggono dalla guerra e dalla fame il calore di un cuore sensibile e generoso”, è una delle intenzioni. “Il Padre, fonte di ogni sapienza, assista con la sua grazia coloro che guidano le nazioni, li renda sinceri e disinteressati nella ricerca del bene comune, coraggiosi nel promuovere la concordia e la pace, custodi vigilanti del creato”, è l’altra.

Papa Francesco prima della messa – davanti a una piazza San Pietro gremita di gente (non si vedeva da prima della pandemia) – ha benedetto le palme e gli ulivi. La funzione – concelebrata da 35 cardinali, 30 vescovi e 280 sacerdoti – apre la Settimana Santa.

Fonte Vaticano – Foto Getty Image
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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