Sale a 81 morti, per lo più donne e bambini, il numero dei migranti morti nel naufragio delle ultime ore avvenuto tra le coste libanese e siriana. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui il numero dei dispersi è ancora alto e quello delle vittime aumenta di ora in ora. Venti superstiti sono in cura nell’ospedale della città siriana di Tartus.

L’Osservatorio siriano, che ha ascoltato le testimonianze di alcuni sopravvissuti, afferma che a bordo della “barca della morte” c’erano dalle 120 alle 150 persone, per lo più libanesi ma anche siriani e palestinesi.

Secondo le dichiarazioni del ministro uscente dei trasporti libanese, Ali Hamiye, le operazioni di soccorso, durate tutta la notte, stanno proseguendo nella la giornata di oggi. Le autorità siriane e libanesi sono in stretto contatto per cercare di portare in salvo superstiti e recuperare altri corpi.

Il primo ritrovamento di 15 corpi era avvenuto ieri pomeriggio di fronte alla costa di Tartus, in Siria, poco lontano dal confine col Libano. Le autorità hanno riferito che l’imbarcazione era partita da Minyeh, città vicina al porto libanese di Tripoli. L’imbarcazione proveniva dal nord del Libano.

Ad aprile scorso più di 30 persone, tra cui donne e bambini, sono annegati di fronte alle coste del nord del Libano, mentre l’imbarcazione sulla quale viaggiavano è stata speronata da una motovedetta della guardia costiera libanese.

A cura di Claudio Piselli – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui