Italy's head coach Roberto Mancini during a training session at the Coverciano Sport Center in Florence, Italy, 11 November 2019. Italy prepares the UEFA EURO 2020 group J qualifying matches against Bosnia Herzegovina and Armenia. ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

Se facessi questa domanda al CT della Nazionale azzurra Mancini, ne ricaverei certamente una rispostaccia, ma se ponessi il medesimo quesito ad uno dei tanti allenatori della nostra Serie A, magari a microfono spento, cosa mi risponderebbe? Magari con l’elenco dei convocati italiani e stranieri, che non avrà a disposizione per più di una settimana?

La pandemia ha stravolto tutto, ma non ha fatto decidere l’UEFA di annullare questa manifestazione come invece hanno fatto nel resto del mondo, lasciando più spazio ai club ed alle loro manifestazioni nazionali e continentali; certo, qualcuno ha venduto la cosa come necessaria per la ripresa e nel cammino verso gli Europei dell’estate prossima, ma è davvero così, e lo è per tutti?

Ovvio che chi è alla guida di una Nazionale consideri la manifestazione come il miglior modo di riprendere il cammino dopo otto lunghi mesi, ma se si gioca dal 4 settembre al 17 novembre, si può ragionevolmente pensare che tutto sia in funzione dei prossimi Europei? va bene che ci saranno le finali, dopo la conclusione dei vari campionati, ma nel frattempo? Ci sono sempre le amichevoli, ma dove collocarle tra tornei e coppe nazionali ed europee?

Non era più semplice, eventualmente, cercare una formula più snella, magari con sole partite di andata per decidere chi disputerà poi la fase finale? La Nazionale ha le sue necessità, ma pure i club hanno le loro, considerando inoltre che chi ha disputato Champions ed UEFA ha terminato da pochi giorni la stagione ed in questo caso quanto saranno contenti i calciatori dell’Inter, impegnati sino al 21 agosto?

Inoltre, anche chi ha ricominciato a metà del mese scorso, quanto può essere già pronto per affrontare una manifestazione importante? Vero che oggi il calcio è cosa strana, ci si ritrova, si fanno due corsette e si danno due calci al pallone, poi si sale su un aereo e si parte per un giro del mondo con fermate qua e là per giocare e ripartire, ma poi ci si chiede la causa dei troppi infortuni, di traumi anche gravi, magari giustificando il tutto con la necessità di raggranellare quattrini a destra e manca, e pazienza se ad ottobre ne hai già tre o quattro in infermeria per mesi…

La Nations League è davvero indispensabile, o come sempre è una medaglia a due facce che se accontenta qualcuno lascia altri scontenti? Il pallone è già sgonfio di per se, ma c’è sempre modo di sgonfiarlo ulteriormente in nome del solito “Dio denaro”.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Marco Iorio

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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