Il primo novembre del 1993, entrava in vigore il Trattato di Maastricht, noto anche come Trattato sull’Unione europea (TUE), firmato il 7 febbraio 1992 nella cittadina olandese dai dodici paesi membri dell’allora Comunità europea, divenuta, da quel momento, Unione Europea.

Il Trattato ha definito i cosiddetti tre pilastri dell’Unione europea, quali le Comunità europee, la politica estera e di sicurezza comune, la cooperazione nei settori di giustizia e degli affari interni, fissando anche le regole politiche, economiche e sociali, necessarie per l’ingresso dei vari Stati all’Unione.
Trasformò le finalità della Comunità Economica Europea da un’unione solo economica a un’unione politica, ponendo le basi della creazione della Banca Centrale Europea e dell’introduzione dell’euro. Il Trattato, insieme a vari emendamenti, dichiarazioni e altri trattati sottoscritti negli anni successivi, forma il corpo giuridico che costituisce l’Unione, cioè i Trattati dell’Unione Europea, o, semplicemente, i “Trattati fondamentali”.

Con il trattato di Maastricht furono precisati anche i poteri del Parlamento Europeo (che in varie forme e con vari nomi esisteva già dagli anni Cinquanta), e diminuiti quelli del Consiglio a favore della Commissione Europea, che con il trattato di Lisbona nel 2009 iniziò a somigliare a una sorta di “potere esecutivo” o governo dell’Unione. Nel Trattato furono altresì precisate anche le funzioni della Corte di Giustizia e di altri organi minori, come la Corte dei Conti europea.
Il documento originale del Trattato, considerato il punto fondamentale per il processo di integrazione europea, è conservato a Roma, mentre una sua riproduzione è custodita presso il centro visitatori situato nel Palazzo della Provincia di Limburg a Maastricht.

articolo a cura di Franco Buttaro – Foto Imagoeconomica

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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