“Metti un po’ di musica leggera
perché ho voglia di niente
anzi leggerissima ….”
ed invece la nostra “orchestra” è andata sul palco del gran proscenio a farsi sbeffeggiare da quattro musici che suonano ad orecchio, con strumenti d’epoca, proponendo un giro di “do” da balera anni cinquanta/sessanta; quanto basta però per sbatterci fuori dai playoff mondiali, senza alcuna dignità, anzi, tirando in ballo la sfortuna, quella che allenatori, calciatori, dirigenti e stampa italiota spiattellano a coprire colpe e collusioni, tanto siamo bravi se vinciamo, se perdiamo è perché siamo sfortunati!
In realtà, dopo la “miracolosa” spedizione europea, non abbiamo battuto chiodo, troppo intenti a dirci quanto siamo bravi e belli, gettando al vento tutto quanto (e non era molto evidentemente) era stato gettato come base per il Qatar.
Mancini peggio di Ventura è il finale di questa avventura, anche perché il suo predecessore aveva davvero tutte le colpe, o gli avevano fatto fare la fine di Sarri alla Juve, “proletario” in mezzo ai blasonati campioni? Lui invece, ciuffo d’oro, che umile non lo è mai stato, dove ci ha portati? Ha vinto, ok applausi, ma era davvero tutta gloria, o ci dimentichiamo le sofferenze per superare l’Austria e la Spagna, persino un Belgio carico di infortunati come un ospedale da campo?
I calciatori poi …. buoni nel Sassuolo, nella Lazio, buone seconde linee, definite campioni perché le iperboli non costano nulla e servono per una poltrona in tribuna stampa allo stadio; sarà solo un caso, ma saltiamo il secondo mondiale consecutivo e nei due precedenti siamo durati poco …. non vinciamo la Champions dal 2010 e l’UEFA addirittura dal 1998/99, il Parma …. esaltiamo la Juve ma dal 2012/13 ha giocato due finali Champions, mentre per il resto è uscita una volta ai Gironi (dietro il Galatasaray), tre volte ai quarti e quattro volte agli ottavi, ovvero mica un cammino da protagonista!
Immobile, Insigne, Bonucci, Chiellini, Verratti, Donnarumma, Jorginho, Florenzi, Belotti, dalla Svezia alla Macedonia, chi ormai “bollito” o messo insieme con il nastro isolante, chi rimpianto quando non c’era e ricoperto di insufficienze una volta in campo, chi inadeguato ieri come oggi, chi buono per l’orto sotto casa, ma non più in là.
Immobile sarà un gran bomber, però la Lazio è il suo habitat, come certificato dalle sue tutt’altro che esaltanti esperienze all’estero, ma pure dalla poca strada che la sua formazione fa costantemente in Coppa; discorso non troppo diverso vale per altri, sia chi dovrebbe avere maggiore esperienza, sia la banda di ragazzotti, certo di belle speranze, ma che la pressione manco sanno cosa sia, cresciuti in quell’isola felice che è il Sassuolo o comunque senza le stimmate dei fenomeni.
Adesso è già iniziato il tutti contro tutti, e ben difficilmente si approderà a qualcosa, mentre la notte dei lunghi coltelli servirà come al solito a farsi la guerra, tra FIGC e Lega di Serie A, tra Presidenti in Lega, aspettando le prossime qualificazioni mondiali, quelle europee, senza cambiare una virgola, anzi peggiorando di volta in volta, tanto tra quattro anni saremo ancora qui, con i debiti sempre più grandi, le nostre Società sempre più scarse, e con Ciro Immobile osannato capocannoniere di un campionato da …. pensionati.
Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse