Prima che la fantasia e l’esagerazione tipiche degli esseri umani prendano il sopravvento, è il caso di guardare con obiettività i fatti. La sera di Pasqua, una donna con pregressi problemi di asma, si è recata insieme alla sua famiglia in un locale cinese di Cesena e ha ordinato del sushi.
Una volta tornata a casa, la 33enne di origini marocchine e residente a Gatteo, ha cominciato ad accusare un senso di malessere. Il marito, preoccupato, l’ha subito accompagnata all’ospedale Bufalini di Cesena, dove è stata ricoverata in preda ad una crisi respiratoria grave. Dopo poco tempo la donna è entrata in coma cerebrale: passati 5 giorni, la 33enne è deceduta.
Secondo quanto si è potuto apprendere, anche il marito, dopo la cena, si era sentito male e aveva avuto problemi allo stomaco, ma dopo aver vomitato si era sentito meglio; anche il figlio della coppia, di 5 anni, aveva cenato con i genitori, ma non aveva avuto alcun problema di salute.
Naturalmente, i carabinieri del Nas di Bologna hanno eseguito i dovuti accertamenti all’interno del locale, ma non è stata riscontrata alcuna irregolarità: non c’erano cibi conservati male, o avariati. Inoltre, il livello di igiene complessivo era buono. Quindi, non essendoci nulla che potesse aver causato il malore della donna e il suo decesso, non sono state disposte sanzioni e il ristorante risulta regolarmente aperto.
Ad ogni modo, la storia non finisce qui, perché una persona ha perso la vita e la famiglia vuole capire il motivo. Così, il marito della vittima ha denunciato il titolare del ristorante, un cinese di 37 anni, indagato ora per omicidio colposo. Il sostituto procuratore di Forlì, ha aperto un fascicolo relativo alla denuncia fatta.
Come disposto dal magistrato, il medico legale ha eseguito l’autopsia. Ciò che farà inevitabilmente luce sull’accaduto saranno proprio i risultati di quell’esame: una delle ipotesi al momento più accreditate riguarda la possibile reazione allergica a qualche sostanza consumata dalla donna.
