Salvare una banca non è un’operazione economica e ne sono una prova i costi per il risanamento di Mps: 448 milioni di euro.

Entrando nello specifico, si apprende che l’aumento di capitale costa 170 mln, la cartolarizzazione 69 milioni, la conversione dei bond subordinati 22 milioni, il Piano industriale 2 milioni, altre voci 6 milioni, poi altri 179 milioni relativi a cartolarizzazione-perdita di due prestiti subordinati: tutto questo è stato riportato dalla banca stessa all’interno di una nota integrativa.

Nel frattempo, la Bce ha effettuato un’ispezione presso Mps, con il dichiarato intento di effetturare “l’esame della quasi totalità del portafoglio”. Nell’ambito dell’attività ispettiva “è in corso una credit file review inerente alcune posizioni creditizie oggetto di specifico approfondimento da parte dell’Autorità di vigilanza” ha precisato l’Istituto. Gli “esiti finali” dell’ispezione sono attesi “nella prima metà del 2017”.

Intanto, Mps ha precisato che non ha un piano alternativo nel caso in cui il progetto di cessione delle sofferenze e l’aumento da 5 miliardi di euro non dovesse andare in porto. “La Banca precisa che, ad oggi, non sono allo studio operazioni alternative” si legge nelle integrazioni ai documenti predisposti per l’assemblea di domani richiesta da Consob.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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