Stagione strana quella del Motomondiale da poco terminata, soprattutto in Moto GP, dove è arrivato il primo titolo del “francesino” Fabio Quartararo, il più continuo del lotto, che ha costruito il successo nella prima parte di stagione, difendendosi poi nella seconda, soprattutto dal ritorno di Francesco “Pecco” Bagnaia, grande protagonista e candidato ad un ruolo di primo piano nelle stagioni a venire, dove la lotta per il titolo potrebbe allargarsi anche ad altri piloti.

Stagione strana, come detto, dove si è parlato più di Marc Marquez e di Valentino Rossi che dell’ex campione, Joan Mir e di chi gli è succeduto, Quartararo appunto; i problemi di Marc ed il ritiro di Valentino hanno ovviamente occupato le prime pagine dei media, i commenti dei social, e la cosa non può certo stupire, trattandosi di due che sono la storia del motociclismo.

Marquez ha saltato i primi due appuntamenti di stagione per i postumi dell’infortunio che gli aveva fatto saltare la stagione 2020, poi una volta rientrato è riuscito a tornare alla vittoria, tagliando per primo il traguardo in tre gare, senza però ritrovare mai la forma ed il predominio che lo hanno contraddistinto; il braccio non è ancora tornato a posto (e purtroppo chissà se lo sarà mai) e gli ha causato problemi continui, acuiti poi da un altro problema agli occhi, cosa che per un pilota è assolutamente impossibilitante a gareggiare.

Discorso diverso per Valentino che, scalato nel secondo Team Yamaha, il Petronas, ha ottenuto come miglior risultato un ottavo posto che non può certo essere soddisfacente per un pilota del suo calibro; la moto non lo ha quasi mai assecondato e la decisione di ritirarsi dalle competizioni è parsa logica pur se (forse, ma la decisione dipendeva solamente da lui) tardiva.

Inutile dire che un motomondiale senza Marquez e Rossi, o meglio senza loro a lottare per la vittoria, perda molto del proprio appeal, considerando altresì i perduranti problemi legati al Covid; logico che la curiosità dei tifosi fosse rivolta innanzi tutto a loro, a discapito di chi ha corso, regalando comunque un bellissimo spettacolo, pur se la lotta per il titolo si è conclusa prima dell’ultima gara, senza che Quartararo potesse dormire sonni relativamente tranquilli, grazie come già detto ad una prima parte di stagione davvero brillante.

Il giovane francese ha disputato una stagione “giudiziosa”, chiusa con cinque vittorie e dieci podi, un tredicesimo posto come risultato peggiore ed un solo ritiro, alla penultima gara, quando per altro era già Campione; senza gli alti e bassi delle passate stagioni, Fabio ha trovato nella sua Yamaha la moto migliore del lotto, pur se è stata la Ducati ad aggiudicarsi il mondiale marche.

Proprio sulla Ducati ha gareggiato chi più degli altri ha insidiato il titolo di Quartararo, quel Pecco Bagnaia che ha vinto quattro degli ultimi sei Gran Premi, salendo nove volte sul podio e disputando una seconda parte di stagione davvero strepitosa; alla fine la differenza l’ha fatta il ritiro in più rispetto a Quartararo, considerando che il distacco tra i due è stato di ventisei punti …. una vittoria contro un ritiro in pratica.

Probabilmente la stessa Ducati non si aspettava un Bagnaia in grado di lottare per il titolo e nelle prime gare era l’australiano Jack Miller il pilota deputato alla corsa al mondiale, poi le cose sono andate diversamente ed il quarto posto finale del pur bravo Jack è dipeso in gran parte dai quattro ritiri cui è andato incontro.
Terzo in classifica è finito il campione uscente Joan Mir, dimostratosi ancora una volta regolarista eccellente; finire terzo in classifica a settanta punti dal primo, senza aver vinto un Gran Premio e finendo sei volte sul podio in sella ad una moto che non è certo la migliore del lotto, ha certificato la bravura dello spagnolo, che ha doppiato in classifica il compagno di marca (Rins) e meriterebbe maggiore considerazione ….

Considerazione che sta scemando, se già non è successo, nei confronti di Maverick Vinales, che dopo il successo nel primo appuntamento di stagione, è letteralmente sparito dalla circolazione, cambiando addirittura scuderia, dalla Yamaha all’Aprilia a stagione in corso, cosa davvero inusuale, ma evidentemente i rapporti erano ormai logori e lo spagnolo non godeva più di alcuna fiducia dal proprio Team; Vinales ha dimostrato di essere pilota troppo scostante per meritarsi le grandi considerazioni ed aspettative con cui era approdato in Moto GP e la cosa non poteva che ripercuotersi a suo svantaggio.

Anche quella di Morbidelli, vice campione 2020, è stata una stagione deludente, ma la moto era ancora il tallone d’Achille dell’italo brasiliano e poi l’infortunio a metà stagione ha fatto il resto, così che l’approdo nel Team ufficiale Yamaha, dopo l’addio a Vinales, è stato propedeutico per quella che sarà la prossima stagione, dato che Franco è certamente pilota che può puntare al mondiale, anche dividendo il box con Quartararo.

Il resto? Tra le marche abbiamo già ricordato la vittoria Ducati, davanti a Yamaha e Suzuki, mentre deludenti sono state la Honda e la KTM; i primi, tolto Marc Marquez, hanno dimostrato di avere una moto “guidabile” solo dallo spagnolo, mentre il Team austriaco pur vincendo due gare (con Oliveira e Binder) ha dimostrato di non avere la continuità per puntare a qualcosa in più di qualche sporadica vittoria, in circuiti o in giornate favorevoli.

Tra i piloti invece poco altro da segnalare, se non il rientro di Dovizioso, sulla Yamaha lasciata libera da Morbidelli e quindi in sella ad una moto che tutto è salvo che competitiva; certo dal Dovi ci si aspetta altro, ma sarà la prossima stagione a dover dire se ci troveremo nuovamente davanti al campione che tutti conosciamo e dovremo rivedere una storia già scritta da altri ….

La prossima stagione dovrà anche dirci se Bastianini e Luca Marini sapranno crescere dopo la prima stagione di apprendistato, attendendo altresì qualcuno promosso dalla moto due e tre, a far crescere la competizione di un motomondiale che senza Rossi e, chissà, Marquez, certo ha assoluta necessità di protagonisti veri e non solo capaci di andare forte in pista, ma con la personalità in grado di creare interesse anche fuori dalla pista, ruolo che Valentino ha interpretato alla perfezione negli ultimi ventisei anni.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Getty Image

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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