Lo scrittore spagnolo Rafael Sánchez Ferlosio, autore dell’ultima grande leva della narrativa iberica, impegnato anche politicamente in un contrastato sforzo di rinnovamento, è morto oggi a Madrid all’età di 91 anni. Figura iconica ed eccentrica, Ferlosio ha ricevuto numerosi riconoscimenti in patria e all’estero e per l’insieme della sua opera è stato insignito del Premio Cervantes nel 2004, in particolare per il suo protagonismo nel “realismo sociale” del secondo dopoguerra. Nato il 4 dicembre 1927 a Roma, dove il padre lavorava come giornalista, Ferlosio studiò dapprima cinematografia, interessandosi al neorealismo italiano e traducendo testi di Cesare Zavattini. Si è imposto come la voce più affinata letterariamente con appena due opere: il giovanile “Imprese e vagabondaggi di Alfanhuì” (1951) e il maturo “Il jarama” (1956, tradotto da Einaudi nel 1963) che vinse, inedito, il premio Nadal: descrizione di una gita domenicale di alcuni giovani madrileni, in cui, dietro la banalità degli eventi e la volgarità dei personaggi, si rivela il senso tragico dell’esistenza. Il romanzo ebbe grande influenza e contribuì alla nascita del “realismo sociale” spagnolo.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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