Ennio Doris era nato a Tombolo a due passi da Padova il 3 luglio del 1940. Per oltre quarant’anni è stato protagonista della grande finanza italiana nonché imprenditore, banchiere e fondatore di Banca Mediolanum, realtà del panorama bancario nazionale presente anche in Spagna, Germania e Irlanda. Sposato dal 1966 con Lina Tombolato, lascia due figli – Massimo e Sara – e sette nipoti: Agnese, Alberto, Anna, Aqua, Davide, Luna Chiara e Sara Viola.

Nel 1992 gli viene conferita l’Onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e nel 2002 quella di Cavaliere del Lavoro. Sempre nel 2002 consegue il Master honoris causa in “Banca e Finanza” della Fondazione CUOA. Dal 2000 al 2012 ha ricoperto la carica di Consigliere in Mediobanca S.p.A. e di Banca Esperia S.p.A. Dal 1996 è stato Amministratore Delegato di Mediolanum S.p.A, holding del Gruppo, sino al 2015, anno della fusione per incorporazione in Banca Mediolanum. Fino a allo scorso 3 novembre 2021 Ennio Doris ha ricoperto la carica di Presidente di Banca Mediolanum, giorno nel quale è stato nominato, a seguito di delibera assembleare, Presidente Onorario. Ennio Doris ricopriva anche la carica di Presidente Onorario di Fondazione Mediolanum Onlus.

Da bambino Ennio Doris sogna di diventare mediatore di bestiame come il padre, ma all’età di 10 anni si ammala di nefrite e si concentra così sugli studi. Dopo il diploma in ragioneria presso la scuola superiore ‘Jacopo Riccati’ (Treviso), inizia la carriera lavorativa presso la Banca Antoniana di Padova nella filiale di San Martino di Lupari (Padova) dove lavora dal 1960 al 1968, per diventare poi direttore generale delle officine meccaniche Talin di Cittadella insieme all’industriale Dino Marchiorello, personaggio chiave nella vita di Ennio Doris. Gli piaceva raccontare gli incontri fondamentali avvenuti nella sua vita. Tra questi uno proprio con Marchiorello che lo ispirò per la vita futura: a bordo della Citroen Pallace nuova fiammante dell’industriale, Ennio Doris scopre che “…i suoi piedi affondano su una moquette morbidissima e avvolgente”. Salire su quella macchina fu una illuminazione, in un attimo gli fu tutto chiaro. Quell’uomo stava guidando l’auto dei suoi sogni, dirà in seguito: quell’uomo, stava “guidando” la sua vita. Da lì Ennio Doris intuisce che, per guidare la propria vita, deve scegliere di diventare imprenditore.

Vede l’amico Gianfranco Cassol fare il promotore e così nel 1969 inizia anch’egli l’attività nel campo della consulenza finanziaria. Inizia con Fideuram, occupandosi di gestione dei risparmi delle famiglie e, dal 1971 al 1981, in Dival (Gruppo Ras), dove partito con un gruppetto di collaboratori, in pochi anni arriva a gestire oltre 700 professionisti. Durante quei primi anni di esperienza sono innumerevoli gli incontri con clienti che gli affidano il loro “denaro che viene dal sudore e dal sacrificio” come ricorda lo stesso Ennio Doris. È in particolare decisivo l’incontro e il dialogo di una sera con un falegname che sceglie di investire una somma più che ragguardevole: 10 milioni di lire di circa quarant’anni fa. “Signor Doris, sa cosa le ho dato?” mi domanda il falegname “Sì, 10 milioni”, rispondo io. “No, si sbaglia”, mi dice. Mi fa vedere i calli impressionanti della mano destra e aggiunge: “le ho dato questi! E si ricordi che io non posso permettermi di ammalarmi, perché altrimenti la mia famiglia non va avanti”.

Quell’incontro – raccontava – segnò la sua vita professionale. “Lì ho capito quello che dovevo fare: aver successo non perché sono bravo a vendere qualcosa, ma perché sono utile alle persone. Per farlo, però, devo avere a disposizione tutti gli strumenti necessari, compresi quelli bancari”, per realizzare quel progetto imprenditoriale in grado di offrire ai clienti risposte a tutti i bisogni finanziari delle persone. Poi l’incontro con Silvio Berlusconi. Nel febbraio 1982 i due si vedono a Portofino e con il supporto imprenditoriale e logistico del Gruppo Fininvest, Ennio Doris fonda Programma Italia, la prima rete di consulenti globali nel settore del risparmio, con un’idea: “Diventare il punto di riferimento della famiglia italiana per il risparmio”. Nei primi anni Novanta “importa” dal Regno Unito l’idea di una banca senza sportelli, quando internet inizia a muovere i primi passi anche in Italia. “Le filiali faranno la fine delle cabine telefoniche. Ma non sparirà la presenza umana” avrà modo di commentante negli anni successivi. Nella sua visione questo modello di banca assegna un ruolo ancor più cruciale alle persone: “consulenti che guidano il cliente nelle scelte fondamentali della loro vita, in un mondo sempre più complesso”. Nel 1995 nasce Mediolanum S.p.A., la holding a cui fanno capo tutte le società del conglomerato del Gruppo, e questa riorganizzazione permette la quotazione in Borsa nel 1996 e, nel 1998, l’ingresso nel listino Mib30.

Ennio Doris è stato “Un grande uomo, un grande imprenditore, un grande patriota, un grande italiano. Un uomo generoso, altruista, sempre attento agli altri, sempre vicino a chi aveva bisogno.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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