A distanza di 24 ore dal crollo in Borsa di Mps (con un calo del 33%) arriva un nuovo tonfo nell’ultima seduta prima dell’avvio di un aumento di capitale da 2,5 miliardi.

Il titolo ha perso il 42% a 9,9 euro, scontando gli effetti di un aumento iper diluitivo che immetterà sul mercato quasi 125 nuovi titoli per ogni azione in circolazione.

La capitalizzazione del Monte dei Paschi, che solo 5 anni fa era stato ricapitalizzato con oltre 8 miliardi di euro, di cui 5,4 miliardi dei contribuenti, è scesa a 99 milioni di euro.

Intanto nella bozza di decisione sull’esame Srep a cui ha sottoposto il Monte, la Bce “ha evidenziato punti di attenzione che potrebbero limitare la capacità” della banca in questione “di raggiungere completamente gli obiettivi del piano industriale 2022-2026 nel medio termine”.

Tra questi, si legge nelle avvertenze contenute nel prospetto sull’aumento di capitale, figurano “il persistere di tensioni sullo spread Btp-Bund e della volatilità dei mercati con potenziali ricadute negative sul costo della raccolta” e “la dinamica attesa delle commissioni che, sebbene considerata ragionevole, dipende dal successo delle iniziative commerciali programmate ed è esposta alla pressione competitiva”.

Tra gli elementi che potrebbero far deviare il Monte dai suoi obiettivi figurano anche “l’incremento dei tassi di interesse e uno scenario meno favorevole del Pil che possono influenzare negativamente la capacità di rimborso dei debitori” e “l’andamento reclami e cause legali che non è nel pieno controllo di Mps, come pure la capacità di prevenire l’insorgere di ulteriore contenzioso”.

Infine, secondo la Bce, i risparmi di costi per 40 milioni di euro a partire dal 2024 dovuti alla chiusura delle filiali, alla riorganizzazione societaria del gruppo e agli investimenti IT in digitalizzazione “potrebbero essere compensati da livelli inflattivi connessi al nuovo scenario macroeconomico che potrebbero essere più alti del previsto e potrebbero non essere limitati ai servizi di pubblica utilità, riducendo anche i risparmi derivanti dagli stessi investimenti in Digitalizzazione”.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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