ABDULLAH BIN NASSER BIN KHALIFA AL THANI STATO DEL QATAR

Tra lo scandalo tangentopoli europeo e il no fair play dei giocatori, il Qatar-gate non si esaurirà di certo dopo la finale di domenica 18 dicembre. Infatti, i riflettori saranno ancora puntati su di loro, nonostante l’assenza dell’Italia, perché fatti e misfatti sono solo la punta dell’iceberg. Guardando invece a un passato recente, secondo un’inchiesta del quotidiano britannico The Guardian, sarebbero migliaia i lavoratori immigrati morti nei cantieri realizzati per ospitare i Mondiali.

Gli operai deceduti in Qatar, arrivati soprattutto da India, Nepal e Bangladesh, ma anche da Pakistan, Sri Lanka, dalle Filippine e dal Kenya, hanno lavorato in condizioni disumane cercando di rispettare le scadenze della pianta stradale che ha visto la costruzione di un numero di strutture senza precedenti in un’area geografica che ne era completamente sprovvista. Per assurdo le cifre però non sono riconosciute dal comitato organizzatore che ritiene invece che solo trentasette vittime siano riconducibili alla costruzione delle strutture del Mondiale.

Di sicuro i conti non tornano. Altre polemiche sono scoppiate a causa dei partecipanti alle partite. Il sospetto è che siano stati pagati per nascondere il boicottaggio dei veri tifosi. In uno dei primi video che è circolato sui social, si vede un gruppo di uomini apparentemente di origine asiatica e africana che festeggiano per le strade di Doha con i colori della Spagna. L’apparente incongruenza tra l’etnia dei tifosi e quella della squadra è stata messa in risalto da molti utenti sul web. L’insinuazione riguarda la dubbia autenticità del tifo. Infatti, si è potuto leggere nei commenti che sono gli stessi operai impiegati nello stadio a prestarsi in questi video per arrotondare i magri compensi.

Ai molteplici post si mischiano anche sospetti reali. Guardando i fans di Portogallo, Argentina e Germania si nota che tutti hanno lo stesso equipaggiamento, le stesse bandiere e le stesse divise. Sono persone pagate? Un sito sportivo svedese ricorda come il Qatar abbia offerto a circa 1.600 persone un viaggio su invito ai mondiali, in cambio della richiesta di “cantare all’inaugurazione e diffondere positività sui social“.

Anche nel 2019, durante i Campionati mondiali di atletica leggera a Doha, era scoppiato un caso analogo. In quell’occasione, gli organizzatori avrebbero ordinato a un gruppo di circa cinquanta persone di sedersi il più vicino possibile alle telecamere della BBC. Tutto per far sembrare che la gara si svolgesse davanti a tribune gremite. Cinque anni prima, nel 2014, il Qatar fu accusato di assumere lavoratori migranti per fingere di essere appassionati di sport. Autisti di autobus e taxi provenienti da Ghana, Kenya e Nepal dichiararono di aver assistito al Qatar Open di beach volley per denaro. Anche in quel caso, l’obiettivo sarebbe stato simulare arene piene, in realtà semivuote.
A quanto pare tutto serve pur di fare spettacolo!

A cura di Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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