Era nata dalla passione per il golf di due fratelli, Alessandro e Carlo Chionna, a fine 2019, contava 128 dipendenti, scesi poi a 80 a metà di quest’anno. Come riporta la Repubblica, con quasi 4 milioni di euro di perdita e il rigetto della domanda di ammissione al concordato da parte del tribunale di Bologna, è fallita la Jeckerson, fondata a Bologna nel 1995.

Il marchio made in Bologna dei pantaloni con il rinforzo in alcantara, aveva ideato un capo d’abbigliamento per permettere ai giocatori di golf di asciugarsi il sudore prima di impugnare la mazza per il tiro. Nel tempo quella toppa è diventata un segno distintivo dell’azienda. Negli ultimi due anni la società aveva avviato un forte piano di rilancio del marchio con la nuova linea J Jeans, destinata ai centri commerciali, e con un accordo di licenza con il gruppo comasco Canepa per la distribuzione di una linea mare. Ma non è bastato.

La sentenza del tribunale porta la data dell’11 novembre scorso e arriva dopo che la società, controllata dal 2008 dal fondo inglese Stirling Square Capital, ha chiuso il 2019 in perdita per 3,9 milioni e ha chiesto, la scorsa estate, l’ammissione al concordato al tribunale di Bologna, che però ha rigettato la domanda. Termina così un tentativo di rilancio partito fin dal 2016, quando l’azienda aveva già percorso la strada del concordato ripartendo con nuovi investimenti e un rinnovamento del marchio.

Con il fallimento è stato nominato adesso un curatore che dovrà ripagare i debiti e cercare di vendere il marchio. Venti i negozi sparsi in tutta Italia, più il magazzino di via del Fonditore, a Bologna. Nella relazione che accompagna il bilancio 2019, approvato a fine giugno, l’ad Gian Maria Argentini segnala la perdita per 3,9 milioni, con un fatturato passato da 26 milioni a meno di 20 e un calo su tutti i canali di vendita.

“Sono venute meno le condizioni per migliorare i risultati economici e continuare la normale operatività – scrive – Considerazioni che si sono rafforzate anche a seguito dell’emergenza legata al Covid precludendo di fatto eventuali operazioni di ripianamento delle perdite o di ricostituzione del capitale”.

A cura di Renato Lolli – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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