Milano ha tributato l’ultimo saluto a Leonardo, il bimbo di sei anni morto a Milano dopo essere caduto nella tromba delle scale della sua scuola elementare. Il funerale è stato celebrato presso la chiesa di San Giovanni Battista, nel quartiere Bicocca, dove il piccolo feretro bianco è stato accolto da molte persone con un commosso silenzio. “Una cosa del genere non deve mai più succedere a scuola”, ha affermato la famiglia del piccolo.

All’ingresso della chiesa sono state posate varie corone di fiori, una da parte dei compagni e dei genitori della prima C, la sua classe: “Leonardo sarai sempre nei nostri cuori”. Sul sagrato è stata portata anche una composizione di margherite nerazzurre a formare una maglia da calcio con su scritto “Leo” e un pallone.

“Cari mamma e papà, non piangete” – Al termine della funzione, uno zio paterno del piccolo ha letto un messaggio a nome del nipote: “Cari mamma e papà, non piangete. Sono stato un bambino felice e continuerò a esserlo, grazie per tutto l’amore che mi avete dato in ospedale, voi e i vostri amici. Non voglio che succeda più una cosa del genere a scuola, promettetemelo. Sarò con voi ogni giorno, sarò la vostra forza. Il vostro piccolo Leo”. Un lungo applauso ha poi salutato l’uscita del feretro dalla chiesa.

Il parroco: “Dio, tienilo stretto a te” – “Dio, tienilo stretto a te”: è stata questa la preghiera pronunciata da don Giuseppe Buraglio di fronte a un migliaio di persone, Il parroco ha provato a dare “una briciola di luce” ai genitori, spiegando nell’omelia che il loro piccolo figlio “è già arrivato nel porto dove siamo diretti tutti”. Inoltre ha letto un messaggio del vicario a nome dell’arcivescovo Mario Delpini che, esprimendo “vicinanza commossa”, ha sottolineato che “gli angeli dei bambini nel cielo vedono sempre il volto del Padre, Leonardo vede il volto del Padre e ci sorride”.

La maestra: “Sono affranta, cerco di recuperare le forze” – “Sono davvero affranta, dispiaciuta”, ha invece detto una delle due insegnati della prima elementare Pirelli di Milano. Dopo la morte del bambino, l’insegnante di sostegno si è chiusa nel suo dolore facendo ritorno a Salerno, tra le braccia dei suoi familiari, e dallo studio del suo avvocato ha spiegato di averlo fatto per “raccogliere le forze necessarie a superare questo terribile momento”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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