E’ la mattina del 9 settembre 1998, all’Ospedale San Paolo di Milano muore Lucio Battisti, per cause rimaste sconosciute.

Quel giorno se ne va colui che è stato considerato tra i maggiori interpreti della canzone mondiale, lasciando un’eredità di brani che chiunque anche solo strimpella una chitarra, o canti sotto la doccia, ha imparato e ripetuto chissà quante volte.

Il binomio con Mogol, al secolo Giulio Rapetti, ha prodotto una serie di brani che hanno segnato non solo la storia degli anni settanta, un decennio di successi i cui testi ancora oggi sono conosciuti in ogni parte del mondo.
Nato il 5 marzo 1943 (il giorno dopo Lucio Dalla) a Poggio Bustone, Lucio Battisti è stato un artista che ha segnato un’epoca, definito dal New York Times “la voce degli italiani divenuti adulti alla fine degli anni 60 ed all’inizio degli anni 70”, paragonato a Bob Dylan, per aver definito un’era musicale.

Il Direttore Responsabile Maurizio Vigliani Foto Record

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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