A Ecatepec, sobborgo periferico di Città del Messico, papa Francesco ha lanciato un forte messaggio contro le tentazioni “degradanti” della “ricchezza”, soprattutto se ottenuta “impossessandosi di beni che sono stati dati per tutti”, della “vanità” e dell'”orgoglio”, e contro l’idea di “una società di pochi e per pochi”.

Il Pontefice ha poi rinnovato il suo appello a opporsi ai “trafficanti di morte”, che distruggono vite umane sfruttando “la disperazione e la povertà”.

In questo suo terzo giorno messicano, un’enorme folla ha ascoltato Bergoglio, durante la messa nell’area del Centro Studi di Ecatepec. E nell’omelia ha richiamato i fedeli affinché la Quaresima sia “tempo di conversione” perché “quotidianamente faccio esperienza nella nostra vita” di come il “sogno di Dio” di essere tutti suoi figli “si trovi sempre minacciato dal padre della menzogna, da colui che vuole dividerci, generando una società divisa e conflittuale. Una società di pochi e per pochi”.

“Quante volte – ha detto il Papa – sperimentiamo nella nostra carne, o nella nostra famiglia, in quella dei nostri amici o vicini, il dolore che nasce dal non sentire riconosciuta quella dignità che tutti portiamo dentro”. “Quante volte – ha proseguito – abbiamo dovuto piangere e pentirci, perché ci siamo resi conto di non aver riconosciuto tale dignità negli altri. Quante volte – e lo dico con dolore – siamo ciechi e insensibili davanti al mancato riconoscimento della dignità propria e altrui”. “Questo riguarda tutti noi”, ha rilevato. Francesco ha poi invitato ad “aprire gli occhi di fronte a tante ingiustizie che attentano direttamente al sogno e al progetto di Dio” e a “smascherare” le “tre tentazioni che cercano di degradare e di degradarci”, indicandole nella “ricchezza”, nella “vanità” e nell'”orgoglio”.

Foto di Franco Buttaro

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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