Uno studente gay linciato vent’anni fa a Laramie, in Wyoming, avrà finalmente una tomba: Matthew Shepard, picchiato a morte a 21 anni per puro odio contro gli omosessuali, sarà sepolto nella National Cathedral di Washington. L’assassinio di Shepard fece del ragazzo un simbolo della violenza contro i gay.

Matthew era stato brutalizzato e torturato da due coetanei, poi legato a un cancello e abbandonato perché creduto morto su una strada di Laramie. “Pensavo, da come era contorto, che fosse uno spaventapasseri”, disse all’epoca l’uomo che ne avvistò il corpo e diede l’allarme. Lo studente era in coma, morì qualche giorno dopo, il 12 ottobre 1998, in ospedale. L’amministrazione Clinton mandò una delegazione ai funerali, ma la cerimonia fu turbata da proteste anti-gay.

Per timore che la tomba del figlio fosse profanata, i genitori decisero quindi, di sospendere la sepoltura. Ora un luogo sicuro è stato trovato. Il 26 ottobre le ceneri di Shepard saranno interrate nella cattedrale episcopale, luogo di incrocio di politica e religione a Washington. “E’ il posto perfetto”, ha detto Dennis Shepard, il padre di Matthew: “Siamo sollevati per aver trovato per lui l’ultima dimora, un posto che anche lui avrebbe amato”. L’assassinio di Shepard vent’anni fa suscitò orrore in America al punto che la legge federale contro i “crimini di odio” nei confronti dei gay è intitolata a suo nome.

Libri e film ne hanno raccontato la storia, al centro anche di “Laramie Project”, uno dei lavori teatrali più rappresentati degli ultimi 20 anni.
Nella National Cathedral le ceneri del ragazzo (oggi avrebbe 41 anni) saranno interrate in un colombario assieme ai resti di altre circa 200 persone: tra queste il presidente Woodrow Wilson e l’attivista Helen Keller con la sua insegnante Anne Sullivan, le protagoniste del film “Anna dei Miracoli”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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