Il discorso di fine anno di Sergio Mattarella: condividere i diritti e i doveri. Dobbiamo avere fiducia in un cammino positivo
“Sicurezza, garantire i valori della convivenza”.
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Nel discorso di fine anno, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affermato che “sentirsi comunità significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri” e che “battersi per le proprie idee” va fatto rifiutando “l’astio, l’insulto, l’intolleranza che creano ostilità e timore”.

“Sicurezza, garantire i valori della convivenza” – Mattarella ha poi sottolineato come sia “particolarmente forte la domanda di sicurezza”. “Non sono ammissibili zone franche”, ha affermato il presidente, aggiungendo che “la vera sicurezza si realizza garantendo i valori positivi della convivenza” e che “sicurezza è anche lavoro, istruzione più equa, distribuzione delle opportunità per i giovani, attenzione per gli anziani, serenità per i pensionati, dopo una vita di lavoro”.

“Niente ‘tasse sulla bontà'” – Il capo dello Stato ha quindi ricordato che “il nostro Paese è ricco di solidarietà. Spesso la società civile è arrivata, con più efficacia e con più calore umano, in luoghi remoti, non raggiunti dalle pubbliche istituzioni”. “E’ l’Italia che ‘ricuce’ e che dà fiducia, così come fanno le realtà del Terzo settore, del No profit, che rappresentano una rete preziosa di solidarietà. Anche per questo vanno evitate ‘tasse sulla bontà'”. “Non dobbiamo avere timore di manifestare buoni sentimenti, che rendono migliore la nostra società”. E poi: “Il modello di vita dell’Italia non può essere e non sarà mai quello degli ultras violenti degli stadi di calcio. Lo sport è un’altra cosa”.

“I nodi della disoccupazione e del debito pubblico” “Esortare a una convivenza più serena – ha aggiunto Mattarella – non significa nascondere carenze, condizionamenti, errori e approssimazioni. Molte sono le questioni che dobbiamo risolvere. La mancanza di lavoro che si mantiene a livelli intollerabili. L’alto debito pubblico che penalizza lo Stato e i cittadini e pone una, pesante, ipoteca sul futuro dei giovani”, come la ridotta capacità competitiva del nostro sistema produttivo e le carenze, e il deterioramento, di infrastrutture. “Dobbiamo avere fiducia in un cammino positivo. Ma non ci sono ricette miracolistiche. Soltanto il lavoro tenace produce risultati concreti.” Il presidente ha quindi sottolineato che nel tempo sono stati raggiunti “traguardi consistenti”, e ha citato come esempio i quarant’anni del Servizio sanitario nazionale. “L’universalità, e la effettiva realizzazione dei diritti di cittadinanza sono state grandi conquiste della Repubblica: il nostro Stato sociale rappresenta un modello positivo. Da tutelare”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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