Il premier olandese Mark Rutte prende una netta posizione pretendendo il diritto di veto anche di un solo governo per bloccare le erogazioni del Fondo per la ripresa. E per l’Italia gli scenari sono davvero preoccupanti.

Mark Rutte imperterrito, petto in fuori, si mette di traverso e dice “no” al Recovery Fund così com’è stato creato dalla Commissione europea. In questa battaglia non è solo, bensì alleato dei cosiddetti paesi “frugali”, vale a dire Austria, Danimarca e Svezia. Ma la posizione dell’Olanda appare oggi la più devastante per trovare un accordo, tanto che dopo 13 ore di riunione ininterrotta prima di una pausa a Bruxelles per trovare un accordo, la seduta è stata aggiornata a questa mattina intorno alle ore 11. La sensazione è che qualche di positivo possa arrivare, ma pensare ad una propria e vera intesa appare improbabile

Il premier olandese sostiene la necessità per anche solo un paese europeo di bloccare gli aiuti del fondo, di fatto assegnando a tutte le capitali il diritto di veto. A non convincerlo sono diversi aspetti, tra cui, anzitutto, la ripartizione degli aiuti a fondo perduto e dei prestiti, con l’Olanda a volere che i primi siano quanto più contenuti possibili e che i secondi stessi vengano condizionati al varo di un’agenda di riforme per risanare i conti pubblici e sostenere la crescita nel medio-lungo termine del sistema economico europeo.

La stessa entità del fondo di 750 miliardi viene messa in discussione, dato che i “Frugal Four” vorrebbero che fosse diminuita di molto. A presiedere la riunione è stato e sarà l’ex premier belga, Charles Michel, nelle vesti di presidente del Consiglio europeo, anche se la presidenza di turno della UE in questo semestre è in mano alla cancelliera Angela Merkel, che non si sta certo risparmiando per evitare una debacle pericolosa per la tenuta dell’Eurozona in piena crisi sanitaria.

Il premier Giuseppe Conte è quello che su questa partita ha scommesso tutto davanti anche al popolo italiano e se tornasse a casa con un pugno di mosche, la sua permanenza a Palazzo Chigi inizierebbe a traballare. Ed è proprio Conte a non convincere gli stati del nord. Le sue misure di sostegno all’economia di queste settimane hanno attirato gli strali di capitali come Vienna, con il cancelliere Sebastian Kurz a dichiarare senza fronzoli di non poter giustificare aiuti all’Italia dinnanzi ai cittadini austriaci, se a Roma le risorse vengono impiegate tra l’altro per mandare gli italiani in ferie, con chiaro riferimento al bonus vacanze.

Conte, dunque, non può permettersi l’insuccesso, anche perché sinora i mercati finanziari e le stesse agenzie di rating si sono mostrati benevoli nei confronti dei BTp, rassicurati del fatto che non solo la BCE stia sostenendoli con una politica monetaria ultra-espansiva e senza precedenti nella storia più che ventennale dell’euro, ma anche che a Bruxelles saranno introdotti prima o poi meccanismi minimi di unione fiscale, che all’impatto darebbero sollievo alle economie collassate come quella italiana.

E per il premier italiano speriamo che la cena di ieri notte non sia indigesta… nella giornata di oggi che è cruciale.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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