Tetti divelti, alberi caduti, famiglie isolate, vigneti, ulivi e campi di grano distrutti. Una forte ondata di maltempo si è abbattuta nel sud delle Marche. A Monsampietro Morico (Fermo), circa 630 abitanti, si è accumulato mezzo metro di grandine. Si è sentito un forte boato causato dalla caduta di chicchi grandi come uova che hanno fatto tremare le abitazioni.
Un rumore talmente forte da far temere ai cittadini del paesino, segnato dal sisma del 2016 e per metà inagile, una nuova scossa di terremoto.

I vigili del fuoco sono al lavoro. La sindaca Romina Gualtieri è “amareggiata”, dopo 11 anni in carica, il terremoto e l’emergenza Covid: “E’ una situazione probante, vedi una forza sovrannaturale che si scaglia contro ferite aperte”, dice e racconta una “nottata infernale”. Il maltempo, tra grandine, pioggia e tanti fulmini, ha fatto precipitare in strada querce e altre piante di grandi dimensione causando il blocco di alcune vie; il vento ha divelto tetti di abitazioni, mentre i grossi chicchi di grandine hanno danneggiato auto e colture della zona.

“Un disastro – spiega – Chi si è dedicato tutto l’anno a seminare, purtroppo vedrà vanificati gli sforzi”. Le forti precipitazioni che si sono abbattute nella notte hanno causato allagamenti di strade, locali e della chiesa di San Michele Arcangelo, l’unica rimasta agibile nel paesino dopo il sisma. “Ancora portiamo i segni del terremoto: le zone rosse del sisma, il covid e ora questa funesta ira che si è abbattuta proprio in maniera feroce e inenarrabile.

Ho parlato anche con persone ultranovantenni – riferisce – mi dicevano che, a memoria loro, non hanno mai visto una cosa del genere”. Per tutta la notte chiamate di persone impaurite e smarrite: “Il boato della grandinata – osserva la sindaca – sembrava potersi associare a quello tipico del terremoto, si è ricaduti nell’incubo.

Le case tremavano dal bombardamento di chicchi di grandine, grandi come uova”. Diverse squadre di vigili sono operative nella zona per gli interventi sui tetti, per soccorrere persone che hanno avuto disagi e per liberare le strade dalle piante divelte.

Le province colpite La situazione nell’entroterra sta lentamente tornando alla normalità, ma la prima conta dei danni, per il settore agricolo, si annuncia “disastrosa”: per la Coldiretti regionale sono andati distrutti soprattutto vigne, cereali e alberi da frutta. Oltre alla grandine, che è stata rimossa solo grazie all’intervento degli spazzaneve, è piovuto tanto da mettere in crisi anche l’assetto idrogeologico del territorio. Nel Fermano, oltre a Monsampietro Morico, si segnalano danni anche a Montegiorgio, Montelparo e Belmonte Piceno.

Danni importanti sono segnalati anche a Porto San Giorgio, dove il fango è sceso a valle dalla collina e invaso le strade, compresa la Statale Adriatica. “Un disastro con danni enormi”, per il sindaco Nicola Loira. Pioggia battente e grandine anche nel Piceno e in provincia di Ancona, dove si segnalano danni ai terreni agricoli nella zona di Staffolo. La situazione meteo dovrebbe migliorare nel pomeriggio con l’attenuazione dei fenomeni, ma l’allerta giallo della protezione civile durerà fino alla mezzanotte. Nel Maceratese, la zona più colpita è quella di Camerino e, in particolare, la frazione di Polverina. Questa mattina è stato chiuso in entrambi i sensi di marcia il tratto della Statale 77 tra i comuni di Corridonia e Morrovalle.

La Redazione giornalistica – Foto Redazione

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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